Il decreto “Rilancio” ha dato a tutte le persone con un ISEE inferiore a 40.000€ la possibilità di ricevere un contributo sconto che va dai 150€ ai 500€, a secondo del numero di componenti familiari. Dove si può spendere questo bonus vacanze? Non tutti sono attrezzati per riceverlo, sicuramente lo potranno riscuoterlo le vere strutture ricettive. E noi siamo un B&B con bonus vacanze nel Salento. Approfitta per utilizzarlo fino al 31 dicembre 2021.
Quale B&B con bonus vacanze scegliere nel Salento
Nella meravigliosa terra salentina, il B&B Casa di Anita è pronta a ricevere tutti i turisti che vogliono spendere il proprio Bonus Vacanze. Tutto sarà gestito da noi, una volta che voi avrete ottenuto il vostro voucher attraverso l’utilizzo dell’APP IO. Basta scaricarla e fare il Log-in tramite SPID. Sin da subito abbiamo ricevute tante chiamate per capire come fare, ed è per questo che abbiamo deciso di darvi qualche informazione in più per capire come fare e perchè scegliere il nostro B&B con bonus vacanze. Basta chiamarci e vi supporteremo in tutto il processo di richiesta e consumo del bonus vacanze. Ricordatati che puoi usarlo solo fino al 31 dicembre 2021!
Perché quindi scegliere noi?
Perché il nostro B&B Casa di Anita ha una posizione strategica: posizionato nel cuore del Salento, dà la possibilità di decidere ogni mattina quale spiaggia scegliere e trovare un mare calmo e sabbia splendida. Chi viene in vacanza nel Salento deve sapere che il vento è fondamentale nello scegliere il versante (Ionio o Adriatico) sul quale andare a tuffarsi in un’acqua cristallina. A tal proposito abbiamo, se vuoi sapere il perché ti consigliamo di leggere il nostro articolo su i 10 consigli per una vacanza top nel Salento. Se poi hai bisogno di sapere quale lido nel Salento scegliere a seconda delle tue esigenze, non puoi far altro che leggere proprio l’articolo sui Lidi in Salento.
Come funziona il bonus vacanze?
Dopo aver scaricato l’app IO ed aver effettuato l’accesso con SPID, bisogna selezionare la sezione “pagamenti” in basso a sinistra. In questa sezione bisogna cliccare su “Bonus e sconti” e successivamente cliccare su “Bonus Vacanze“. Nella schermata successiva, basta cliccare sul pulsante “Richiedi Bonus Vacanze” ed il gioco è fatto. Bisogna poi aspettare la risposta da parte del sito INPS e Agenzia dell’Entrate che verificheranno che abbiate tutte le carte in regola per ricevere il bonus. Dopo aver avuto esito positivo, dovete solo accettare il bonus vacanze entro 15 giorni dalla data di emissione. Ve lo ritroverete poi nella sezione “Pagamenti“.
Quanto vale il bonus vacanze?
L’ammontare del bonus varia a seconda dei componenti del gruppo familiare. Se al tuo nucleo familiare appartieni solo tu, riceverai 150€ come bonus vacanze; se il nucleo è composto da te ed un’altra persona (2 in tutto) allora riceverai 300€; infine, se il nucleo è composto da te e da 2 o più altre persone (in tutto 3 o più persone) allora riceverai 500€. Quest’anno il bonus è anche cedibile. Quindi se conoscete qualcuno che non intende utulizzarlo, potete utilizzarlo voi!
Come pagare il nostro B&B con bonus vacanze
Quando ci contatterete per prenotare la vostra vacanza nel Salento, vi chiederemo semplicemente il vostro codice fiscale e il codice sconto generato dall’app IO nella sezione “Bonus Vacanze”. Se ad esempio siete una famiglia composta da 4 persone, il vostro bonus sarà di 500€, ma non tutte potranno essere usate per pagare la nostra struttura. Perchè? Il bonus vacanze prevede di pagare le strutture ricettive con l’80% del bonus, il restante 20% dovrà essere detratto dalla vostra dichiarazione dei redditi nell’anno 2022.
Facciamo un esempio di come utilizzare il bonus vacanze
Siete una famiglia di 4 persone, quindi il vostro bonus vacanze sarà di 500€. Il vostro soggiorno presso il nostro B&B Casa di Anita avrà un prezzo, ad esempio, di 1.000€. Voi userete il vostro bonus per un valore dell’80% (ossia 400€). Quindi infine pagherete soltanto i restanti 600€, invece dei 1.000€ totali. Il prossimo anno detrarrete poi il restante 20% del bonus (ossia 100€) dalla vostra dichiarazione dei redditi 2021.
La vostra vacanza inizialmente di un costo di 1.000€, vi verrà a costare solo 500€ grazie al nostro B&B con bonus vacanze. E guardate un poco cosa vi aspetterà…
La Frisa salentina è il piatto tipico dell’estate salentina e delizia ogni palato. Viene servita ovunque, soprattutto nei bar, nei ristoranti e perfino nelle discoteche sulla spiaggia. Ma cosa è che fa innamorare i turisti e non della frisa?
Cosa è la Frisa salentina
La frisa salentina, o come viene chiamata da noi nel Salento friseddhra, non è altro che un grosso panetto di grano duro cotto, poi tagliato a metà e ricotto per farlo diventare croccante. Ne esistono di due tipi: la frisa di grano e la frisa di orzo. La scelta va fatta in base ai gusti, ma noi vi consigliamo di provarle entrambe. La frisa di grano diventa più morbida mentre quella di orzo resta più dura e croccante.
Come si prepara la Frisa salentina
La frisa è un piatto povero che si prepara davvero con poco. Per prima cosa immergi la frisa in una coppa piena d’acqua per farla “sponzare“, ossia ammorbidire. La durezza o morbidità della frisa dipende dai gusti e dalla frisa; quella di orzo va tenuta ammollo di più rispetto a quella di grano. Finita la fase immersiva, poggiala su un bel piatto e condiscila con il succo del pomodoro tagliato fresco.
Mi raccomando a non buttare le bucce, ma tagliuzzatele e mettetele sopra la frisa per mangiarle. Poi, fai una bella spruzzata di origano, aggiungi qualche foglia di basilico (sale se ne volete) e infine abbonda con l’olio extravergine di oliva obbligatoriamente salentino! Noi usiamo l’olio dell’azienda agricola Donna Oleria di Monteroni di Lecce.
A questo punto la frisa è fatta, basterebbero questi pochi ingredienti per gustarla appieno.
Come rendere più gustosa la Frisa salentina
La preparazione raccontata finora ci porta a gustare la tipica Frisa salentina. Ma ognuno di noi può arricchirla con qualunque ingrediente. Una variazione tipica è quella di aggiungere il tonno. Molto gustoso anche l’accompagnamento con formaggi, di qualsiasi tipo, che permettono di avere un mix gastronomico importante. Noi amiamo farla con i sottolii: olive, peperoni, melanzane, carciafi, capperi e chi più ne ha più ne metta.
La frisa salentina ha una storia centenaria, tanto che in molti paesi del Salento durante l’estate si svolgono le sagre intitolate proprio a questo piatto povero ma così ricco di storia da leccarsi i baffi.
Per rendere la cena a base di frise davvero top, abbinate un buon vino del Salento come il Rosato IGT o il Salice Salentino della linea Cantalupi della Tenuta Conti Zecca.
Ah prima di concludere vorremmo ricordarvi una cosa importantissima, forse la più importante della storia. La frisa va mangiata rigorosamente con le mani! Diffidate dalle imitazioni..
La frisa salentina al B&B Casa di Anita
Una tradizione perpetrata già dallo scorso anno e che ci piace ricordare a tutti i nostri clienti è quella di mangiare insieme una frisa nel giardino del B&B Casa di Anita. L’atmosfera rilassante del giardino, le luci soffuse, i giochi per intrattenere i bambini rendono la mangiata unica.
Le frise, rigorosamente provenienti dal forno di pietra di Arnesano, sono pronte ad essere condite con i prodotti della terra fatti da noi, come carciofi sottolio, pomodori di campagna, olio extravergine di oliva prodotto da olivi secolare.
La tipica mangiata di frisa salentina al B&B Casa di Anita
Siete pronti per una bella mangiata di frise? Basta prenotare una settimana e a tutto il resto pensiamo noi, voi dovete solo scegliere la camera in cui alloggiare.
Non tutti sanno Come arrivarein Salento e quale è il miglior modo per visitare tutta la zona. Il Salento può essere considerato una regione nella regione, la Puglia. Si trova nel “Tacco d’Italia” con la sua capitale: Lecce. Il Salento è circondato per tre quarti dal mare e ha una costa che si estende per 220 km.
Ecco perché è chiamato la terra del sole, del mare e del vento, o come dicono i salentini “Salentu lu sule, lu mare e lu ientu”.
Come arrivare in Salento, la meta turistica per eccellenza
Ormai il Salento è diventato la meta turistica preferita non solo dagli italiani ma anche dagli stranieri negli ultimi anni. E’ il luogo ideale per trascorrere le vacanze estive perché accontenta tutti gli amanti del mare.
Da Otranto a Santa Maria di Leuca (sull’Adriatico) puoi tuffarti dalle bellissime rocce a picco sul mare, visitare grotte (come la Grotta della Poesia) e fenomeni carsici.
Sul versante Ionico, invece, si trovano spiagge ampie e finissime con acque basse e trasparenti che non hanno nulla da invidiare alla Sardegna. Porto Cesareo e Punta Prosciutto sono le spiagge top!
Se decidete di andare invacanza in Salento vi consigliamo di rimanere in una zona centrale. Soggiornare in una posizione strategica significa poter girare tutta la provincia. In poco tempo potete raggiungere Lecce e i borghi nell’entroterra, ricchi di storia, tradizioni e sapori.
Come arrivare in Salento: i mezzi di trasporto
Il mezzo di trasporto più veloce per arrivare in Salento è sicuramente l’aereo.
I principali aeroporti della Puglia sono quelli di Bari-Palese e Brindisi Papola-Casale. L’aeroporto del Salento di Brindisi dista circa 40 km da Lecce, mentre l’aeroporto di Bari-Palese dista circa 180 km dalla capitale del Barocco.
Compagnie aeree come Easyjet e Ryanair offrono collegamenti quasi ogni giorno da Bologna, Roma, Milano, Pisa, Torino, Treviso, Londra, Bruxelles, Barcellona, Eindhoven, Parigi e Stoccolma. Troverete sicuramente diverse offerte low-cost per raggiungere il Salento.
Comodi servizi navetta garantiscono il collegamento con il centro delle città di Lecce. www.aeroportidipuglia.it. La navetta vi lascerà presso l’Airport City Terminal all’ingresso Nord della città di Lecce.
Noi consigliamo di noleggiare un’auto – meglio prenotare online e ritirare sul posto – per poter essere liberi di girare in lungo e largo tutto il Salento, agli orari meglio comodi per voi. Potete noleggiare un’auto una volta arrivati all’aeroporto di Bari e Brindisi o direttamente a Lecce.
Purtroppo i mezzi di trasporto pubblici nel Salento sono pochi e non collegano benissimo Lecce con i paesi dell’entroterra come Maglie, Galatina, Nardò e le città sul mare come Gallipoli, Porto Cesareo, Punta Prosciutto, Torre Lapillo, Santa Maria Di Leuca, Santa Maria al Bagno, ecc…
La mappa del Salento
Come arrivare in Salento in auto
In Salento si arriva comodamente con l’autostrada A14, che da Bologna arriva fino a Taranto, passando per Foggia e Bari. L’autostrada A16 collega Napoli a Canosa, con allacciamento alla A14. www.autostrade.it
A Bari basta lasciare l’autostrada e proseguire sulla superstrada gratuita a doppia carreggiata nei due sensi di marcia fino all’ingresso a Lecce. Se dovete andare sulle coste, prima di arrivare a Lecce imboccate la tangenziale ovest per raggiungere Gallipoli, Ugento o Porto Cesareo oppure la tangenziale est per raggiungere Otranto, Castro, Torre dell’Orso, San Foca e proseguire poi fino a Santa Maria di Leuca.
Come arrivare in Salento in treno
Se vi piace guardare distese di mare, campagne e i famosi ulivi salentini, Trenitalia garantisce collegamenti giornalieri verso il Salento con le principali città italiane. Vi consigliamo sempre di trovare un noleggio low lost di auto una volta arrivati alla stazione di Lecce.
Se volete vivere il Salento a 360° e girare da una spiaggia all’altra, vi consigliamo di cercare un alloggio nell’entroterra: i prezzi sono più bassi, la qualità alta rispetto alle marine e la posizione è strategica perchè a metà tra la costa ionica e adriatica. Prenotate la vostra vacanza al B&B Casa di Anita. Nel Cuore del Salento, ad Arnesano, a 3 km da Lecce, 15 da Porto Cesareo e 18 da Torre dell’Orso.
Lasciatevi ispirare nell’organizzazione del vostro viaggio in Salento dagli articoli del nostro blog “Salento da scoprire“.
Volete un consiglio su dove trascorrere quest’anno la Pasqua 2020? Allora quale migliore occasione per farsi un bel viaggetto rilassante nel Salento. E quale miglior modo per ricaricare le energie se non tra le meravigle di questa terra incontaminata? Pronti allora per sognare la vostra Pasqua 2020 nel Salento?
Cosa vedere a Pasqua nel Salento
Nel primo articolo sulla Pasqua nel Salento vi abbiamo presentato le due città più rinomate della penisola salentina: Otranto e Gallipoli. Ora andremo a tuffarci più da vicino nei vicoli di Santa Maria di Leuca, Lecce e i famosi borghi salentini.
Santa Maria di Leuca de finibus terrae
Santa Maria di Leuca è una piccola frazione di Gagliano del Capo (in pochi lo sanno e pensano sia un comune a sè stante), il più a sud della penisola salentina, dove il mar Adriatico e il mar Ionio fondono le loro acque. Anche se per convenzione nautica questo punto ricade nel luogo dove nasce il faro di Punta Palascia a pochi chilometri da Otranto, la legenda vuole che sia proprio Santa Maria di Leuca a spaccare in due il Mediterraneo.
Ricca di strapiombi bianchi a picco sul mare, si pensa che il suo nome derivi dal greco leukós che significa proprio bianco.
Cattedrale di Santa Maria di Leuca de finibus terrae
Cosa visitare a Santa Maria di Leuca
Per visitare la famosa cattedrale Santa Maria di Leuca de finibus terrae bisogna accedere ad una ampia piazza che tanto ricorda le grandi piazze spagnole. Costruita intorno al 1720, la cattedrale sorge su un promontorio nel luogo in cui sorgeva il tempio di Minerva. Trascorrere la Pasqua nel Salento significa spendere un giorn a Santa Maria di Leuca, una delle mete più gettonate perchè grazie al vento primaverile è piacevole passeggiare lungo le stradine che hanno una vista stupenda sull’unione dei due mari. Il vecchio Faro situato a pochi passi dalla cattedrale è il guardiano del mare, costruito lì per tener d’occhio Nettuno.
Altro punto di interesse da visitare in una giornata sono le ben 43 ville costruite nel 1800. Non tutte sono visitabili oggi, in parte perchè sono state abbandonate o completamente modificate. Visitanto quelle accessibili si nota subito la caratteristica comune, ossia le costruzioni che permettevano di proteggere le signore dagli sguardi dei curiosi mentre si rilassavano a prendere il sole o a godersi un bagno fresco durante la calda estate.
Nei dintorni è sicuramente piacevole visitare i piccoli borghi del basso Salento come Specchia, Castro, Santa Cesarea Terme e Presicce.
Lecce la perla del Barocco
Negli anni ottante Lecce veniva definita la Firenze del Sud. Mai appellativo più sbagliato fu accostato alla bellissima capitale del Barocco. E’ impossibile farne un paragone proprio per l’architettura dominante nelle due città . La moltitudine di chiese forse è stata la scintilla che ha fatto scoccare questa similitudine ma se da un lato a Firenze regna lo stile rinascimentale dei vari Brunelleschi, Donatello, Botticelli, Michelangelo e Leonardo da Vinci, dall’altro a Lecce domina il Barocco.
Durante la vostra passeggiata nel centro storico, vi basta alzare lo sguardo per scorgere nelle posizioni più strane la facciata di una chiesa. Ce ne sono addirittura più di 30 in un raggio di quasi 3Km2.
Quasi tutte le chiese leccesi sono in stile barocco, ma la madre di tutte è la Basilica di Santa Croce. Impossibile fotografarne la facciata per intero visto che è situata tra i vicoli che caratterizzano il centro storico.
Basilica di Santa Croce a Lecce
E’ d’obbligo girovagare per questi vicoli, detti anche le giravolte perchè se non si sta attenti ci si può perdere senza nessun problema per la propria incolumità anzi con un soave beneficio per il vostro rilassamento, dato che sono pieni di cortili bellissimi e spesso aperti al pubblico per essere visitati. Qui si respira la vera Lecce antica, completamente ristrutturata, piena di animo. Se davvero doveste perdervi non esitate a chiedere ai passanti o ai proprietari delle case, saranno ben contenti di far valere il loro spirito del sud e indicarvi la retta via o addirittura accompagnarvi nel punto che desiderate.
Lecce non solo Barocco
Lecce, però, non è solo Barocco ma è una fucina di cultura, enogastronomia e storia. Passando da piazza Santo Oronzo, il patrono della città insieme a Giusto e Fortunato (che vengono celebrati in una bellissima festa patronale il 26 agosto), salta agli occhi l’anfiteatro romano. Questo piccolo colosseo ha ospitato più di 2000 anni fa le lotte fra i gladiatori anche se oggi è visibile solo per un terzo, gli altri due terzi sono sommersi nel sottofondo della città. Le gallerie che portavano alle gabbie dei leoni e agli androni dove si preparavano i combattenti sono ancora oggi presenti.
Anfiteatro romano di Lecce
Pasqua è il periodo ideale per visitare Lecce dove il clima miteprimaverile si addice alle passeggiate fra le 4 porte della città. Lecce. La capitale del Salento è, infatti, una città a misura d’uomo e due giorni sono più che sufficienti per averne una bella infarinatura. Quindi quale miglior meta per trascorrere Pasqua 2020? Abbiamo detto 4 porte ma in realtà ne sono rimaste solo 3, e si va da Porta San Biagio a Porta Napoli per passare poi da Porta Rudiae fino a piazza Mazzini, meglio conosciuta come piazza trecentomila. Passeggiando per questa croce virtuale oltre ai monumenti, alle chiese e all’arte non si può non essere catturati dagli effluvi che la cucina salentina emana. E tra un piatto di ciciri e tria, uno di sangne ncannulate e un pasticciotto o un rustico passare Pasqua 2020 a Lecce sarà un vero motivo per leccarsi i baffi. Se volete conoscere ciò che nessuno sa e state già immaginando di trascorrere Pasua 2020 nel Salento, vi consigliamo di leggere il nostro prossimo articolo dove vi raccontiamo quello che i turisti non sanno.
I piccoli Borghi salentini
Il Salento è ricco di piccoli paesi, nella provincia di Lecce ce ne sono ben 99. Ogni paesino ha una sua caratteristica, ma ce ne sono alcuni che sono stati identificati tra i borghi più belli d’Italia. Tra questi spicca Specchia, con il suo centro storico fatto di stradine così strette da essere inaccessibili alle auto. Le strade sono comunicanti attraverso scalinate che percorrendole portano a scoprire dei panorami incantevoli. Vicino a Specchia e sempre nella parte del basso Salento troviamo Castro, che si divide in Castro alta e bassa. La prima fu fondata dai Romani, con il suo castello fondato per arginare gli attacchi dei Saraceni.
Il mare di Castro e i suoi faraglioni
La seconda si erge a strapiombo sul mare, “proprietà” dei pescatori che ogni mattina al sorgere del sole tornano dalla battuta di pesca e vendono anche ai passanti uno dei più buoni pesci del Salento. Per chi ama fare snorkeling questo è il posto adatto dove immergersi nel mare cristallino.
Risalendo verso Lecce passiamo da Nardò, la città salentina che ha subito le influenze di diverse popolazioni in passato. Si passa dal barocco di Piazza Salandra, romanico-gotico della cattedrale sede vescovile, fino ad arrivare alle influenze bizantine. Da sottolineare che la Biblioteca comunale contiene ad oggi piu di 20 mila volumi (sia scientifici, filosofici e teologici).
Prima di giungere nell’ultimo borgo di questo articolo, non possiamo non fermarci a visitare Galatina, il borgo dalle 5 porte. Nel centro della piazza principale si erge il Sedile, proprio come a Lecce, realizzato in pietra leccese che contiene le antiche leggi che governavano la città. Tappa obbligata e forse una delle chiese più belle del Salento è la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, grazie ai suoi affreschi del tardo ‘300. Al ritorno della crociata in Terra Santa ed intitolata a Caterina, santa di cui era devoto, fu fatta costruire da Raimondello Orsini del Balzo.
Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina
Andando su per il tacco dello stivale troviamo Acaya con il suo castello fortificato del XVI secolo costruito anche qui per respingere gli attacchi dei Saraceni.
Dove dormire, mangiare e rilassarsi
La posizione strategica del B&B Casa di Anita consente di visitare il Salento in lungo e in largo avendo tutto a portata di mano. Grazie alla sua posizione strategica, nel centro della penisola salentina, consente di raggiungere in pochi minuti tutte le maggiori località turistiche della zona. Adatte sia a famiglie con bambini che a coppie, le nostre camere sono dotate di tutti i comfort . Grazie ai nostri servizi in convenzione, vi consiglieremo i migliori posti dove andare a mangiare e se avete bisogno di un pò di relax facciamo proprio al caso vostro.
Colazione al B&B Casa di Anita: Dolci e Pasticciotti
Potete sognare un momento romantico con il vostro partner dando un’occhiata alle nostre offerte per il persorso benessere con la nostra SPA convenzionata. Massaggi, Bagno Turco, Sauna Finlandese, Doccia Emozionale, Doccia Cascata Cervicale, Vasca per camminata con idromassaggio e tanti altri servizi vi aspettano. Penseremo a tutto noi, renderemo la vostra vacanza a Pasqua nel Salento indimenticabile fatta di cultura, enogastronomia e relax.
L’etimologia della parola Gallipoli, conosciuta anche come la Perla dello Jonio, deriva dal greco kalé pólis che significa “Città Bella“. Nulla a che vedere, quindi, con il gallo che capeggia sul gonfalone della città.
La sua storia parte dal 1150 a.C. quando il re di Creta, Idomeneo, sbarcò lungo la costa jonica e fondò la città. Fu però lo storico Plinio il Vecchio a decantare le lodi di questa splendida cittadina, che per i romani fu un importante avamposto su cui basare la XII Legione.
Qui però vogliamo farvi fare un giro virtuale nella Gallipoli odierna: un mix tra sacro e profano, tra antiche rovine e nuove ricostruzioni, tra mare e terra. E per visitare tutto ciò bisogna partire dal ponte che collega la città vecchia con la nuova. Infatti, la storica Gallipoli sorgeva su un’isolotto collegato con la terra madre attraverso un ponte che costeggia(va) il castello.
Castello e porto antico di Gallipoli
Il Castello di Gallipoli
Gallipoli è uno dei paesi più importanti del Salento e più ricchi di storia. Il castello di Gallipoli è uno dei suoi simboli. Biglietto da visita del borgo antico, fu eretto dai Romani nel 256 a.C. a guardia della città e del porto crocevia di un fiorente commercio (in particolare quella della porpora). Fu saccheggiato e ricostruito parecchie volte negli anni a seconda del conquistatore di turno. Ora finalmente è stato restaurato e riconsegnato al pubblico di tutto il mondo ed è una delle mete attrattive della città bella, grazie ai suoi torrioni, corridoi, sale, gallerie che permettono di gustare la bellezza dei raggi solari che impattano sulle mura dell’atrio. Infine, è d’obbligo gustarsi il panorama mozzafiato regalato dalla terrazza dove si percepisce l’essere circondati dal mare Jonio.
Prima pausa Gelato
Il Salento è la terra del buon gelato e, nella nostra visita alla Perla dello Jonio, non poteva mancare sin da subito una pausa gelato. Di fronte al castello di Gallipoli si trova la gelateria “Accademia del Gusto” dove poter gustare un ottimo gelato e provare tantissimi gusti.
Gelato a Gallipoli
Gelato a Gallipoli
Gelato a Gallipoli
In realtà, ci sono tante gelateria a Gallipoli sparse anche nella parte nuova della città. Tutte da provare.
Una strana atmosfera di Natale anche d’estate
Non siamo certo in Lapponia, ma lasciando il Castello di Gallipoli e iniziando a intrufolarsi nelle stradine della parte sinistra della città vecchia ci si imbatte nel presepe “Betlemme casa del pane“, in via Antonietta De Pace.
E’ a tutti gli effetti un presepe aperto tutto l’anno e molto carino da vedere. Durante la visita gratuita (chi vuole lascia un’offerta all’uscita) si ammirano i personaggi a grandezza naturale. Per lo più le scene sono tratte dalla vita dei fornai, facendo vedere come veniva lavorato il pane, gli ingredienti usati e gli accostamenti con cui mangiare forse il cibo più antico del mondo.
Presepe di Gallipoli
Presepe di Gallipoli
Presepe di Gallipoli
Presepe di Gallipoli
Continuando sulla stessa strada, si arriva al negozietto degli addobbi natalizi (anche questo aperto tutto l’anno) che ci ricorda subito all’ingresso quanti giorni mancano al prossimo Natale. Qui potrete acquistare i fischietti di Gallipoli fatti a mano da un gentilissimo proprietario.
Il negozietto del Natale aperto tutto l’anno. Quanti giorni mancano al Natale
La cattedrale barocca di Sant’Agata a Gallipoli
Poco prima del negozio di Natale, si trova la bellissima Cattedrale di Sant’Agata. Sita al centro del borgo vecchio è da sempre stato luogo di culto anche in antichità. E’ uno dei monumenti principali del Barocco leccese. C’è una curiosità che accomuna la basilica di Santa Croce a Lecce con la cattedrale di Sant’Agata nella città bella ed è la difficoltà di fotografarla per intero data la loro locazione tra le strette viottole delle due città.
La catterdrale di Sant’Agata a Gallipoli
Frantoi ipogei e museo civico
A due passi dalla Cattedrale si trova il museo civico della città, un posto per i coraggiosi. Ricordo la prima volta che ci sono andato da piccolo con la scuola e ho visto dal vivo le malformazioni che la natura può creare: serpenti a due teste, teschi e addirittura per i forti di stomaco bambini a due teste. A me ha incuriosito molto, quindi dipende dal vostro essere braveheart.
Lungo la strada si trovano anche i frantoi ipogei. Con un costo irrisorio di 2€ si possono visitare e godere dell’antica tradizione salentina di produrre l’olio sottoretta.
I pescatori di Gallipoli e le reti
Camminando per i viottoli del centro storico non è raro imbarcarsi nelle case dei pescatori intenti a filare le reti. Questi si possono ammirare soprattutto al porto, dove ogni mattina verso le 5 arrivano i pescherecci di ritorno dalle battute di pesca e vendono al pubblico il pesce freschissimo appena pescato.
Il divertimento a Gallipoli per i bambini: il parco acquatico Splash
La città bella è un misto tra arte, cultura ma anche puro divertimento per grandi e piccini. E non si può venire a Gallipoli senza trascorrere una giornata nel parco acquatico più grande della puglia. Tanti scivoli, attrazioni e schiuma party vi aspettano per divertirsi insieme ai vostri piccoli viaggiatori.
Il nostro consiglio è quello di andare allo Splash durante la settimana e in Giugno o Luglio. Agosto è un poco proibitivo visto l’alto numero di turisti e, di conseguenza, la lunga attesa e le code per salire sugli scivoli. Naturalmente troverete scivoli per tutte l’età e tutte le altezza, quindi il divertimento di tutti è assicurato.
Il parco acquatico Splash
Inoltre, vi segnaliamo, poi, la Baby e la Family area. E se avete voglia di cambiare c’è sempre Fabilandia con i suoi gonfiabili, i tappeti elastici sui quali fare a gara con gli amici a chi salta di più, il trenino, l’autoscontro sull’acqua e tanto altro, anche per i più piccini. L’animazione è super organizzata e propone una vastissima gamma di attività, mentre allo Splash Playground Village i bambini potranno vivere le avventure dei “Pirati dei Caraibi” o sfidarsi nella Battle Rocks, con licenza di spruzzo!
Dove dormire nel Salento con bambini
La posizione strategica del nostro B&B Casa di Anita vi permette di raggiungere la superstrada Lecce-Gallipili in meno di 3 minuti e arrivare nella perla dello Ionio in meno di 15 minuti, evitando lo stress di una cittadina superaffollata. La nostra struttura dispone di 3 ampie camere, particolarmente adatte a famiglie con bambini. Scoprite tutti i servizi dedicati ai bambini nella sezione Bambini in viaggio e il nostro coloratissimo giardino.
Quando un turista vuole visitare una città, la prima azione che fa è ricercare le 10 cose da non perdere. Anche Lecce ha le sue 10 cose imperdibili, come piazza Santo Oronzo, l’anfiteatro romano, il duomo e la sua piazza, la basilica di Santa Croce, etc. Oggi, però, vogliamo iniziare un viaggio tra I tesori nascosti di Lecce, quelli di cui solitamente i turisti non ne conoscono nemmeno l’esistenza e forse non solo i turisti.
Nel corso di questo piccolo viaggio vi racconteremo sia posti sconosciuti ai più che dove andare a guardare nei monumenti famosi della città che sfuggono alle guide più famose. E’ quindi il momento di immergersi ne I tesori nascosti di Lecce, nel Salento barocco, nella penisola connubio di sapori del sud, del mare splendido e di tanta tanta cultura.
Vi proporremo 3 itinerari suggestivi da fare a Lecce!
(Durante la lettura, cliccate sui link dei monumenti presenti nel testo per conoscerne la posizione)
Che cosa significa Lecce?
Si narra che Lecce fosse già in auge 100 anni prima che i greci conquistassero e radessero al suolo Troia, quando Daunio regnava su tutto il Salento. Il primo nome della città fu Sybaris, ossia “città del sole” e in questo gli antichi non hanno sbagliato perchè il sole è una caratteristica salentina e regna per quasi tutto l’anno. Se chiedete a qualunque salentino cosa porteresti con te dalla tua terra, la risposta sarà sempre la stessa e scontata: il sole!
Mosaico della Lupa in piazza Santo Oronzo
Da Sybaris il nome cambiò in Lupia, dalla “lupa trovata sotto la quercia del campo“. Il suo fondatore è Idomeneo, un conquistatore cretese che venne esiliato dalla sua città per far rotta sulle coste della Japigia dove fondò Lecce oltre ad altre città [1].
Tre itinerari per scoprire I tesori nascosti di Lecce.
1. Da Porta Rudiae al Duomo di Lecce
Sin dall’antichità Lecce ha avuto 4 porte per accedere all’interno della città e per difendersi dai predatori. Oggi purtroppo la quarta porta non esiste più. Partendo da Porta Rudiae, così chiamata perchè volgeva lo sguardo verso la località Rudiae (attuale San Piertro in Lama), è interessare guardare verso la Chiesa di S.Giovanni d’Ajamo (ora San Giovanni Battista).
La tradizione vuole che le promesse spose di questa chiesa il 24 giugno, giorno di San Giovanni, poggiassero sul davanzale fuori dalla finestra un bianco d’uovo sbattuto per avere un pronostico sul matrimonio. La mattina dopo se l’uovo fosse stato rappreso il futuro sarebbe stato roseo.
Se si prende la prima a sinistra, via Galateo, al numero 2 si trova la prima casa stregata di Lecce. La leggenda vuole che lo spettro di un prete si aggirasse per la casa scoraggiando gli ignari inquilini. Un’altra casa infestata si trovi in via Paladini, la casa Zizzari, abitata da una famosa pianista uccisasi per una delusione amorosa e rimasta per sempre nella casa. Il giorno dell’anniversario della morte, le melodie da lei suonate in vita si odono durante la notte.
La più grande statua di cartapesta a Lecce
Passeggiando su via Libertini sulla destra si erge la Chiesa dei Carmelitani scalzi, mai completata (oggi dedicata a Santa Teresa) che ospita sulla porta d’ingresso la più grande statua di cartapesta leccese. E’ ad oggi uno dei pochi esemplare rimasti perchè il vescovo di Otranto vietò l’uso della carta pesta in quanto proveniente da materiale immondo e colorato come i giornali.
La più grande statua di cartapesta a Lecce
Dopo pochi passi si arriva a piazza Duomo, un tempo un grandissimo cortile chiuso dove si svolgeva il mercato. Accanto alla Cattedrale che si erge sul luogo dove abitava Santo Oronzo, patrono della città vissuto nei primi anni 30 dopo Cristo, spicca il campanile. Fu edificato nello stesso luogo dove vi era un’altissima torre, molto simile a quella costruita a Salonicco per Sant’Irene. Durante la sua costruzione ci fu una disputa fra il vescovo e il governatore riguardo all’altezza finale del campanile perchè il secondo pensava che il primo volesse controllare la città dall’alto. Alla fine la spuntò il vescovo e fu ultimato con un’altezza di 70 metri, diventando così il 17° principale campanile d’Europa.
L’ottava meraviglia del mondo
Dalla parte opposta del campanile di Lecce vi è quella che i contemporanei hanno appellato come l’ottava meraviglia del mondo, il Seminariocon il suo cortile. Il pozzo contenuto al suo interno è uno dei monumenti più celebrati del barocco leccese, che vuole essere una metafora sui benefici rilasciati dall’acqua. I pozzi, però, a Lecce hanno un significato bivalente: molti rappresentato la scena di suicidi dopo qualche malefatta, ma molti altri sono il simbolo di miracoli, da qui i pozzi miracolosi di Lecce.
2. Dal Duomo di Lecce a Piazza Santo Oronzo
Vicino a pizza Duomo in una piccola via delle famose giravolte leccesi, vi è una targa commemorativa a memoria di Giuseppe Candido l’ideatore del primo orologio elettrico al mondo. Diversi erano quelli che lui donò alla città, da quello posto sulla facciata del Sedile a piazza Santo Oronzo, al Liceo fino a quello dell’Ospedale dello Spirito Santo (ora sede della sovranintendenza archeologica), unico esemplare rimasto in “vita”.
Piazza Santo Oronzo
Piazza Santo Oronzo è il cuore di Lecce. Nei secoli scorsi era il salotto della città, dove la gente si ritrovava e dove la pene capitali venivano eseguite (un pò come Campo de’ Fiori a Roma). Il culto di Santo Oronzo si deve ad un monaco indemoniato che nel 1600, grazie alle sue visioni mistiche, ripercorse le gesta del santo ai più sconosciute. Da quel momento tutti iniziarono a venenrarlo e la maggior parte dei nuovi nati venne chiamata con il suo nome. Si narra che una donna non chiamò il suo piccolo Oronzo, così dopo la prima sera scoprì nella culla che il bambino era diventata una bambina.
Piazza Santo Oronzo nei secoli scorsi
La statua, dopo delle vicissitudine a dir poco folcloristiche, fu innalzata sulla colonna che i brindisini “donarono” a malincuore ai leccesi. La colonna sorgeva a Brindisi nel punto finale della via Appia. Nel sano campanilismo fra le due città, i leccesi preferiscono raccontare che furono loro durante una notte scura a rubarla dalla piazza di Brindisi.
L’anfiteatro
L’anfiteatro romano fu scoperto alla fine dell’800. Un atiquario notò che le costruzioni in quella parte di piazza erano curve e capì che sotto ci doveva essere un Foro, visto che gli antichi romani costruivano i fori vicino alle curve. Si iniziò a scavare e pian piano uscirono grossi pezzi di tufo, fino a far apparire quello che oggi vediamo. Ad un certo punto gli scavi si fermarono perchè da un lato la Banca d’Italia dall’altro il foro di Santo Oronzo non potevano essere certo smantellati per far posto alle rovine romane.
3. Dalla Piazza a Porta Napoli, passando per il Castello
Quasi di fronte a Piazza Santo Oronzo si trova il Castello Carlo V. Qui il principe Giovanni Antonio del Balzo Orsini aveva nascosto il suo tesoro rappresentato da un centinaio di animali tutti in oro massiccio. I suoi bastioni portano nomi sacri: San Martino, San Giacomo, Santa Croce, Santissima Trinità.
La fontana dell’armonia
Accanto al castello nel 1927 venne costruita la fontana dell’armonia, detta anche fontana dello scandalo visto la nudità dei corpi esposti. I bigotti del tempo volevano farla rimuovere ma per fortuna le ignude figure, ritratte nell’atto di dissetarsi, hanno avuto la meglio. Ancora oggi, gli innamorati di solito vanno vicino a questa fontana per farsi le dichiarazioni d’amore.
La Basilica di Santa Croce
A sinistra di piazza Santo Oronzo, all’inizio di via Templari alzate la testa per vedere l’orologio più grande del mondo costruito nel 1955 ed attorniato dalle figure dello zodiaco. Passando per i vicoli stretti si arriva nella piazza dove si erge la più famosa chiesa leccese: la Basilica di Santa Croce. Misurando le proporzioni fra altezza e lunghezza, essa riproduce il tempio di Salomone come indicato nei versetti sulla porta maggiore.
La Basilica di Santa Croce è il monumento del barocco leccese, con una facciata a tre piani che rappresenta l’Inferno con i mostri e le arpie, il regno terrestre al centro e il paradiso in alto dove si elogia il trionfo della Croce. Se si presta attenzione sull’imponente rosone ci sono ritratte le facce di chi realizzò negli anni questa splendida chiesa, in particolare quella di Antonino Zimbalo (basti pensare che per completarla ci sono voluti circa 140 anni a partire dal 1549).
Arcu te Pratu
Lasciando la basilica di Santa Croce e dirigendoci verso Porta Napoli, troviamo a metà strada l’Arco di Prato (in dialetto arcu te pratu). I leccesi sono molto affezionati a questo posto, dove nel ‘400 fu fatto passare il famoso capitano Leonardo Prato a cui gli fu detto: “Capitano questo è l’arco di Prato” e lui strafottente rispose: “e io me ne fotto“.
Arcu te Pratu
Nonostante la strafottenza del condottiero quattorcentesco, i leccesi amano questo posto con il quale si identificano. Ogni cittadino, infatti, conosce la canzone arcu te pratu che fa così:
Simu leccesi core presciatu, sona maestru Arcu te pratu.
Porta Napoli
La seconda porta della città sorge sulle ceneri di San Giusto. Da qui partì infatti il martirio di Oronzo e Giusto. Lungo il percorso furono edificate 11 cappelle rappresentanti le stazioni del martirio in cui i santi vennero maggiormente ingiuriati e maltrattati. L’ultima cappella è la cosiddetta capu te Santu Ronzu che si trova fuori Lecce, in direzione Torre Chianca.
Di fronte a Porta Napoli trovate l’Obelisco, eretto in onore di Ferdinando I nel 1822. In questo periodo storico i moti carbonari la facevano da padrone, cosi i rivoltosi contrari al re la notte cercavano di rubare la preziosa pietra che serviva per innalzarlo. Addirittura per sbeffeggiarlo lo dipinsero di nero per farlo sembrare di basalto, ma una giornata di pioggia bastò a far scoprire l’inganno.
Ci sarebbe davvero tanti altri aneddoti e curiosità da raccontare dela Lecce antica. Per ora ci fermiamo qua, magari tutto il resto sarà l’ispirazione per un altro racconto sui tesori nascosti di Lecce.
Dove dormire, mangiare e rilassarsi
La posizione strategica del B&B Casa di Anita consente di visitare il Salento in lungo e in largo avendo tutto a portata di mano. Ubicato al centro della penisola salentina consente di raggiungere in pochi minuti tutte le maggiori località turistiche della zona. Le nostre camere sono dotate di tutti i comfort e adatte sia a coppie che a famiglie con bambini. Grazie ai nostri servizi in convenzione, vi consiglieremo i migliori posti dove andare a mangiare e se avete bisogno di un pò di relax facciamo proprio al caso vostro.
Colazione al B&B Casa di Anita: Dolci e Pasticciotti
Potete dare un’occhiata alle nostre offerte per il persorso benessere con la nostra SPA convenzionata. Massaggi, Bagno Turco, Sauna Finlandese, Doccia Emozionale, Doccia Cascata Cervicale, Vasca per camminata con idromassaggio e tanti altri servizi vi aspettano. Penseremo a tutto noi, renderemo la vostra vacanza a Pasqua nel Salento indimenticabile fatta di cultura, enogastronomia e relax.
Dopo il primo viaggio in 4 a Valencia lo scorso anno, ci eravamo ripromessi di tornare ad essere dei Salentini in viaggio. Abbiamo colto l’occasione di festeggiare il secondo compleanno di Ania a Milano, in concomitanza con la cresima del cuginetto Marco.
Prima di partire ci siamo chiesti: “Milano è la capitale finanziaria del bel Paese, ci sarà qualcosa da fare per i bambini?”. Eh si la risposta a questa domanda la trovate in questo breve racconto su cosa fare a Milano con i bambini.
MuBa: il museo dei bambini di Milano.
Siamo partiti la mattina dall’aeroporto del Salento di Brindisi a soli 30km dal nostro B&B Casa di Anita diretti a Bergamo con Ryanair. Arrivati a mezzogiorno nel nostro appartamento a Milano (Cool Flat Centro Studi, carino, ben arredato ma non troppo pulito…e per Angela la pulizia è al primo posto), lasciate le valigie e dopo esserci rinfrescati siamo partiti alla volta di Piazza Duomo nel centro di Milano. Ania appena ha visto tutte le colombe svolazzare non voleva più fermarsi, ma siamo riuscita a convincerla solo con la promessa di andare alla Disney Store dove abbiamo giocato e provato tutti i vestiti per un’ora.
Così eravamo pronti per capire cosa fare a Milano con bambini e nel pomeriggio ci siamo incamminati verso il MUBA, ossia il museo per bambini di Milano in via Enrico Besana 12. Il museo ha un’area accessibile gratuitamente, dove i bambini possono giocare con lavagne e gessetti colorati, sfogliare tanti libri e i genitori possono bere un bel te nelle giornate di freddo. Noi abbiamo assistito all’unico laboratorio della giornata è alle 17 e si tratta dell’attività COLORE. Il biglietto ha un costo di 8€ a bambini e 6€ per gli adulti. Il laboratorio prevede 4 giochi che coinvolgono tutti i colori e la luce.
4 giochi di luce e colori per i piccoli viaggiatori
Nel primo i bambini sono invitati a “ficcarsi sotto” i cilindri che scendono dal soffitto, ognuno di un colore diverso e una luce diversa. E’ bellissimo vedere scorazzare tutti i bambini che si intrufolano in questi artefatti di stoffa. Ammetto che anche noi grandi abbiamo provato ad entrarci. Il secondo gioco è il gioco delle ombre: tutti dentro una camera con luce bianca, si cerca di rincorrere la propria ombra come se fossimo dei novelli Peter Pan, creare con le mani le forme più strane e capire come si formano le ombre.
Nel terzo gioco si scopre quali animali ci sono nei cunicoli della foresta e a quali colori sono associati. Nel quarta e ultima attività si va in una stanza dove sulla parete sono proiettate tante forme di animali e alberi. A seconda della luce proiettata appare o scompare un determinato animale. I bambini poi prendono dei cartoncini e vedono come gli animali disegnati su di essi cambiano colore o magicamente volano via.
E’ un’esperienza che consiglio fare se siete a Milano se avete bambini dai 2 ai 9 anni.
Museo nazionale della scienza e della tecnologia.
Il secondo giorno abbiamo preso la direzione per il “Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci“, in Via San Vittore 21. A dire il vero il museo in sè per sè non ci ha per nulla entusiasmato. C’erano molte installazioni poco interattive e quindi le bambine non si sono divertite tantissimo. Sicuramente nulla a che fare con gli altri che abbiamo visitato, primo fra tutti il Niccolò Copernico a Varsavia che è stato qualcosa di superlativo. Ma come spesso accade c’è sempre il lato positivo delle cose: mentre giravamo nel giardino del museo abbiamo aperto una porticina e ci siamo ritrovati nell’evento che in quei giorni c’era a Milano, Focus Live.
Focus Live: realtà o fantasia?
Tutto è cambiato e dalla realtà del museo siamo passati a quella virtuale e poi aumentata. Anita ha scorazzato sul suolo di Marte oltre che in un mondo magico dove ricostruire pezzo pezzo un grattacielo. Un evento assolutamente da non perdere se vi capita di averlo vicino, tecnologia di ultima generazione a disposizione dei più piccoli come la macchina che si utilizza per operare in laparoscopia. I bambini dovevano prendere delle graffette e portarle da un cestino all’altro senza farle cadere, utilizzando gli stessi strumenti di un chirurgo; guidare il modulo lunare di marte per farlo attraccare come se si fosse sul nostro satellite. Alla fine un bel giro su un simulatore di volo per guidare un caccia dell’Aereonautica militare italiana.
Milano è anche Salento?
Il terzo giorno abbiamo deciso di non avere una meta e di scoprire man mano cosa fare a Milano con bambini. Siamo andati in giro per negozi e parchi. Un bellissimo parco lo abbiamo trovato in Piazza Gae Aulenti vicino la stazione Garibaldi e all’orto verticale. Il parco è pieno di giostre e di fronte c’è anche un bel centro commerciale pieno di negozietti dove poter sfamarsi abbondantemente.
Il quartiere di Porta Garibaldi è davvero carino e girovagando in lungo e largo ci siamo imbattuti in qualcosa che ha attirato subito la nostra attenzione. Il nostro sangue salentino ha subito avuto un sussulto appena abbiamo letto su una vetrina la scritta “Santu Paulu – Salento“. Ci siamo guardati e ci siamo chiesti: “Siamo a Milano o nella nostra bellissima penisola salentina?”.
Ebbene sembrava proprio di esserlo grazie a questo baretto fatto da salentini con prodotti e dolci tipici salentini. Oltre al buon caffè, ottimo anche il pasticciotto e il rustico leccese oltre alla cordialità tipica dei proprietari. Chi vuole un pò di relax e sentire gli effluvi salentini anche a Milano non può non farci una capatina.
Il nostro giro si è concluso nel bellissimo negozio di Flying Tiger Copenaghen in piazza Cordusio. Tanti piccoli oggetti per bambini a poco prezzo e che attirano la loro attenzione. Se ne trovate uno sulla vostra strada, entrateci e farete felici i vostri bambini.
La sera abbiamo festeggiato il compleanno di Ania, 2 anni! Per l’occasione Mamma Angela, Anita e Ania hanno deciso di vestirsi allo stesso modo seguendo la moda del “Mini Me“. Gli abiti sono stati ideati e creati dalla Sartoria di Federica Bisci, se vi interessano potete contattarci.
Si ritorna nel Salento
Così, dopo tre giorni intensi in quel di Milano, la mattina presto del quarto giorno torniamo a casa, soddisfatti della nostra breve avventura dove oltre all’atmosfera della grande città abbiamo potuto scoprire piccoli posti e locali accoglienti. Il Salento ci aspetta, anche se non lo abbiamo mai lasciato e lo continuiamo a trovare dappertutto. Questo il bello di essere dei #salentiniinviaggio.
Dopo essere stati fermi per un anno, finalmente si riparte per la #primavacanzain4: oltre alla peste di 5 anni ora c’è anche la mangiona di 1 anno. La prima domanda che ci siamo fatto è stata “Dove possiamo andare a Novembre con una bambina di quasi un anno senza soffrire troppo il freddo?”. Grazie anche a questo magnifico blog la risposta è stata scontata: Valencia ci sembrava la meta adatta.
Valencia coi bambini: itinerario con due bimbe piccole
Valencia coi bambini: hotel e informazioni
Siamo partiti il primo Novembre con un volo diretto Bari – Valencia. Arrivati in aeroporto abbiamo acquistato la Valencia Tourist Card per 72 ore al costo di 25€ per adulto (i bambini non pagano fino ai 12 anni). Subito utilizzata per prendere la metro gratis, molto bella e nuova (senza la tourist card il costo del biglietto dall’aeroporto al centro città sarebbe stato di 8€). Arrivati nel nostro appartamento (Valencia Home seguite il link per le info) nel Barrio del Carmen ci siamo sistemati e pronti per la prima passeggiata. Con bambini piccoli consiglio vivamente l’affitto di un appartamento cosi da essere indipendenti. Per noi è stata la prima volta e sicuramente lo utilizzeremo anche per il futuro.
Itinerario a Valencia coi bambini
Il secondo giorno a Valencia inizia la vera avventura #babyfriendly. Si parte per l’Oceanografic con l’autobus 95. Con la tourist card si ha il 15% di sconto, ma prenotando da internet i vari biglietti combinati si saltano le file. L’oceanografico è un’esperienza fantastica per i bambini. Ci si diverte tantissimo a passeggiare nei tunnel all’interno delle vasche d’acqua ed è strabiliante vedere gli squali che ti passano accanto; lo spettacolo dei delfini è carino. Alla fine si trascorrono 4-5 ore in puro relax. All’interno si possono trovare ristoranti e bar.
Il pomeriggio abbiamo fatto una bella passeggiata nel centro storico di Valencia. Molto carino e visitabile a piedi essendo tutto pedonale. Vi consiglio vivamente di fare una capatina alla chiesa “de San Nicolas de Bari y San Pedro Martir”. Rimarrete a bocca aperta guardando il soffitto perchè sembra di essere nella cappella Sistina. Anche i bambini di divertono ad ascoltare la spiegazione grazie alle audioguide. Anche la cattedrale è carina ed è il posto adatto per far giocare i bambini ad accendere le candeline.
La fame nel pomeriggio iniziava a farsi sentire e, girando qua e là, ci siamo imbattuti nella “Horchateria Santa Catalina” (una traversa di Piazza de la Reina). E’ diventata la nostra droga. Oltre ai churros con il cioccolato, abbiamo assaggiato i Fartons. Sono delle brioscine lunghe molto morbide, li ha mangiati anche la piccolina di un anno, e si possono assaggiare sia vuote o con il cioccolato o la crema. La peste di 5 anni non voleva più andare via e ogni mattina era diventato il nostro posto dove fare colazione.
Il nostro terzo giorno a Valencia l’abbiamo dedicato alla Città della Scienza. La sconsiglio vivamente. È un posto poco interattivo, dove ci sono solo 2 piani dedicati ai bambini, ma veramente povero di “giochi” scientifici. Dopo essere stati al Kopernicus centre di Varsavia, questo era nulla. Al contrario passeggiando lungo i parchi creati nel letto del fiume Turia, siamo giunti al più bel parco giochi all’aperto mai visto: Gulliver. Il gigante creato da Jonathan Swift è realmente disteso a terra e ogni parte del suo corpo è uno scivolo. Si va da quelli immensi a quelli per i più piccolini. Il corpo è pieno di corde per arrampicarsi per arrivare in cima. A detta della peste è stato uno delle attrazioni più divertenti della vacanza.
La mattina del quarto giorno abbiamo fatto un giro al Mercato Centrale, un posto dove non mangiare è impossibile. C’è di tutto, come di solito nei mercati spagnoli. Lo jamon è un must, va assaggiato per forza. Di fronte al mercato centrale c’è la Loja de la Seta, un palazzo centro del commercio della seta. A noi non è piaciuto, abbiamo visitato le 3 grandi stanze spoglie che non ci hanno trasmesso nessuna emozione. Lì vicino si può fare un giro nella Plaza Redonda, dove noi abbiamo trovato un piccolo negozio e abbiamo comprato a poco prezzo (solo 30€) un vestito da ballerina di Siviglia, corredato da orecchini, collana, scarpe e mantellino per la gioia della piccola peste.
Finita la gita in città ci siamo diretti verso il BioParc. Anche questo come l’oceanografico è stata un’esperienza unica. Mai visto uno zoo così bello, che ti dà la sensazione di essere a contatto reale con gli animali. Entrambe le bambine erano entusiaste a vedere scimmie e lemuri a due passi, coccodrilli, leoni e gorilla, giraffe e facoceri. Nei punti ristoro ci sono dei forni a microonde utilizzabili autonomamente per scaldare la pappa dei più piccoli e tutti i bar sono forniti per pranzare e quant’altro.
Valencia coi bambini: bilancio
La #primavacanzain4 finisce qui, non è stata rilassante ma piena di emozioni e di tante cose da fare. Valencia è una città a misura di bambino, visitabile in qualunque periodo dell’anno, I mezzi pubblici funzionano benissimo e ci si sposta velocemente da una parte all’altra della città. L’esperienza con 2 bambini è stata positiva e ora pronti a ricercare sul blog di Patatofriendly la prossima meta per la #secondavacanzain4.
Una vacanza a Varsavia coi bambini: perché andarci?
La nostra vacanza quest’estate doveva essere in Montenegro, poi abbiamo dirottato verso una capitale Europea: Varsavia da visitare in famiglia. Motivo: meglio fare un viaggio più impegnativo quest’anno con una bambina di 4 anni che riesce a fare vari chilometri a piedi e rilassarsi in spiaggia il prossimo anno. visto che molto probabilmente diventeremo quattro! 🙂
Consigli pratici per visitare Varsavia coi bambini
Volo per Varsavia
Il volo per la Polonia Bari-Varsavia diretto con Wizz dura poco meno di 2 ore. Arrivati a Varsavia la prima cosa che abbiamo fatto è stata prelevare dato chela loro moneta non è l’euro ma lo zloty (cambio 1€=4.4zt). La prima impressione è quella di trovarsi in una città molto inglese e poco facente parte della cosiddetta cortina di ferro. Una città che abbiamo nominato “Fantasma” non perché non esista ma perché è totalmente ricostruita. Infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale Varsavia è stata quasi rasa interamente al suolo e tutti i palazzi e i monumenti hanno meno di 40 anni di vita.
Hotel a Varsavia coi bambini
Abbiamo prenotato un hotel nel centro città, vicino la stazione centrale. Bisogna stare attenti che a Varsavia il centro città non è la stessa cosa del centro storico (Stare Miasto, la Città Vecchia) che si trova 3.5km con cui si può arrivare o a piedi con una bella camminata sulla via principale oppure con il bus. L’hotel (Hampton by Hilton City Centre) è stato davvero spettacolare, pulito con una colazione perfetta per tutti i gusti (seguite il link per informazioni).
Spostarsi a Varsavia coi bambini
Il costo della vita a Varsavia è davvero basso, tutto costa meno dell’Italia; una pinta di birra 1.5€, il bus 0.60€ e si può pagare a bordo con carta di credito. Il taxi dall’aeroporto all’hotel ci è costato 40zt (meno di 10€) e ci ha impiegato 20 minuti circa. Un consiglio se volete visitare Varsavia coi bambini: prima di armarvi di passeggino e partire con il tour della città tenete presente che nelle vie grandi per attraversare da una parte all’altra la strada bisogna utilizzare i sottopassi; anche se molti hanno una guida sono comunque scomodi per chi ha il passeggino.
Un itinerario a Varsavia di quattro giorni coi bambini
Primo giorno a Varsavia in famiglia: zaino in spalla e si va ad esplorare la Città Vecchia, attraversando la via principale Nowy Swiat. Una via molto carina piena di negozi che conduce nella piazza del Palazzo Reale. Carino ben tenuto, in molte stanze i bambini pensano che prima o poi uscirà Cenerentola e il principe. Da visitare sicuramente a Varsavia coi bimbi. Tenete conto che è stato totalmente ricostruito dai sovietici dopo essere stato raso al suolo durante la guerra.
Subito dopo ci siamo messi a esplorare le vie della Città Vecchia, fatte da tanti piccoli negozietti che sfociano poi nella Piazza del Mercato in cui si trova la Fontana della Sirena attrazione da non perdere per i bambini. Accanto alla fontana ci sono delle fontane da azionare con una pesantissima leva e anche qui i bambini si divertono tantissimo.
A pranzo abbiamo scelto una catena polacca Zapiecek dove abbiamo mangiato i famosi e molto buoni Pierogi, una specie di ravioli che si possono riempire a scelta accompagnati con uno stinco di maiale con crauti. La piccola peste è stata contentissima di rifocillarsi prima della prima tappa a lei dedicata: i Saxson Gardens. Un giardino molto bello nel cuore della città dove c’è il monumento del milite ignoto e una fontana bellissima. In più non poteva non esserci l’immancabile parco giochi sulla sabbia con giostre nuove e ben tenute e un po’ diverse dalle nostre. Questa tappa segnatevela perché è davvero da non perdere se visitate Varsavia insieme ai bambini.
La mattinata del secondo giorno l’abbiamo dedicata alla scoperta del più grande parco di Varsavia con parco giochi annesso: il Lazienki Park. Questo parco è un’altra delle cose da vedere a Varsavia coi bambini: Il parco è la casa del monumento al grande Chopin considerato un eroe nazionale. E’ davvero grande, pieno di distese verdi dove i bambini possono giocare con le paperelle e gli scoiattoli rossi. Da vedere la casa sull’acqua attraversata da un laghetto. Anche qui non manca di certo un parco giochi situato all’entrata sud del parco, grande, sempre sabbia come terreno quindi consiglio di portarvi dei calzini di ricambio.
Nel pomeriggio la famiglia si è divisa. Mamma nel centro commerciale Arkadia, papà e peste nel Copernicus Science Centre. Non sto qui a raccontarvi il centro commerciale ma solo l’euforia, la gioia, il puro divertiment
o di trascorrere quattro ore a giocare con la Scienza al Copernicus Centre. La piccola peste non si è mai fermata, tanti esperimenti di Fisica, chimica da ammirare e da provare sulla propria pelle e da fare con le proprie mani. Un must da vedere a Varsavia coi bambini ed esplorare assolutamente, un posto dove la Scienza si fa Bambina. Dopo essere stati 4 ore a giocare con tutto ciò con cui si poteva giocare, nel centro abbiamo trovato anche una playgroud riservata a bambini da 0 a 5 anni dove si poteva fare sempre giochi scientifici e dove anche i neonati possono divertirsi. Non dico altro, solo andateci! Unica pecca che pochi parlano inglese (questo però è diffuso in tutta Varsavia e anche le didascalie spesso sono solo in polacco).
Il terzo giorno a Varsavia non poteva mancare una visita al Wilanow Park, una residenza del 1600 rimasta intatta anche dopo la guerra. Carino il palazzo da visitare con tanti vestiti dell’epoca, ma ancora più bello il parco che dà l’idea della regia di Versailles. Usciti dal palazzo e diretti verso l’autobus ci siamo accorti dell’ennesimo parco giochi all’aperto, questa volta però il più bello di tutti. Davvero grande, giostre pulitissime e castello da scalare per poi scendere da uno scivolo a tubo. Oltre alla playground per i più piccoli, c’era anche un dog park e una palestra all’aperto. Mai visto in nessun’altra nazione.
A pranzo ci siamo diretti nel miglior ristorante di Varsavia secondo TripAdvisor, il Restauracja Polska Rozana. Location mozzafiato, si è accolti da una composizione floreale che fa da intro al buffet di torte. Sale eleganti, servizio ottimo pronti anche a soddisfare le esigenze dei più piccoli. Abbiamo mangiato 3 primi (Pierogi che non potevano mancare), due secondi (salmone e anatra…divina) e due dolci (un cheesecake polacco e una torta con panna e crema deliziosa). Il tutto alla modica cifra di 60€ circa. Da provare assolutamente!!! Per i più piccoli c’è anche un giardino dove poter giocare oltre che mangiare.
Nel pomeriggio, mentre la peste dormiva, abbiamo visitato il Museo di Chopin, una vera delusione. Molte installazioni multimediali non funzionavano e poi tutto in polacco. Non so cosa ma mi aspettavo qualcosa di diverso.
La sera abbiamo assistito ad una delle attrazioni più belle di Varsavia anche per i bambini: la Fontana Multimediale. Uno spettacolo indescrivibile, una fontana di centrale attorniata da un serpentone di fontanelle più piccole che fanno da contorno ad uno spettacolo di luci, musica e acqua. C’erano sul prato della collinetta circa 2000 persone a gustarsi lo show con i tutti i bambini a bocca aperta!!! Andate se potete il Sabato sera lo start è alle 21.30 e dura circa mezz’ora.
L’ultimo giorno a Varsavia, dopo l’ennesima colazione abbondante, abbiamo visitato il Palazzo della Scienza e Cultura, l’edificio più alto di Varsavia con la sua torre dell’orologio che spicca nel cielo. Molte aree sono private e noi abbiamo potuto visitare una Mostra del Titanic, con reperti reali, abbastanza interessante e poi siamo saliti sulla torre dopo 30 piani con l’ascensore per goderci una vista mozzafiato di tutta la città. Prese le valigie ci siamo diretti in aeroporto dove abbiamo salutato Varsavia per ritornare nel mare del Salento dopo un’altra bella vacanza #babyfriendly.
Questa volta vi racconto la nostra ultima vacanza al caldo in inverno, ovviamente insieme alla nostra bimba. Dopo l’esperienza dello scorso anno di trascorrere il Capodanno nel caldo mare di Sharm, infatti, abbiamo deciso di ripeterci, cambiando però sponda africana e ammarando nell’Oceano Atlantico in quel paradiso chiamato Canarie. Per l’esattezza la scelta è ricaduta su Fuerteventura per trascorrere un Natale al caldo insieme ala nostra bimba.
Una vacanza a Fuerteventura: informazioni pratiche
La partenza per la nostra vacanza a Fuerteventura era prevista con un volo da Roma Fiumicino alle 6.00 di mattina del 21 Dicembre 2015 con Meridiana. Per questo abbiamo pernottato in un bellissimo B&B a Fiumicino (B&B Natalie’s House) dove la proprietaria ha una particolare attenzione per i bambini (ci ha fatto trovare la colazione al sacco per ognuno di noi alle 4 della mattina!). Il volo per Fuerteventura è durato meno di 4 ore.
Una vacanza a Fuerteventura coi bambini: il nostro hotel
Una volta atterrati ci aspettava un’altra ora di bus per raggiungere il nostro villaggio il Veraclub Tyndaia, situato a sud dell’isola di Fuerteventura. Il villaggio è incantevole, le camere sono grandi, spaziose e pulite. Noi siamo stati particolarmente fortunati essendoci capitata una camera (la n. 151) a bordo piscina, quindi vicina a tutte le attività.
Nel villaggio siamo stati accolti subito dai ragazzi dell’animazione italiana che ci hanno reso la nostra vacanza in famiglia a Fuerteventura spensierata, soprattutto grazie ai loro spettacoli serali, mentre la mattina lasciavano un poco a desiderare visto anche la disposizione dispersiva dei campi da gioco.
La nota spumeggiante di questo villaggio turistico a Fuerteventura è l’animazione del super mini club, per bambini dai 3 anni in su. Riuscivano a coinvolgere davvero tutti i bambini, noi praticamente grazie a loro la nostra vacanza in famiglia a Fuerteventura si è trasformata in una seconda lune di miele dato che la nostra piccola peste si svegliava con il pensiero di dover andare al miniclub e andava a dormire pensando al domani e ai nuovi giochi da fare. Le brave animatrici per i più piccoli erano disponibili durante tutta la giornata, organizzavano giochi, bagni in piscina, al mare. Era aperto dalle 9.30 alle 18.00 e dalle 19.30 alle 21.30. Volendo i bambini potevano mangiare tutti insieme alle 12.30 e alle 19.30 e poi, ogni sera, tutti a scatenarsi con la baby dance. Una sera sono riusciti anche a preparare il musical di Frozen facendo recitare a tutti i bambini una parte! 🙂
Questo villaggio di Fuerteventura ha l’accesso diretto al mare dove i lettini e gli ombrelloni sono a pagamento. La spiaggia cambia nell’arco della giornata: la mattina stretta, il pomeriggio immensa dato il visibilissimo alternarsi delle maree. Se siete impressionabili ricordate che a Fuerteventura il nudismo è praticato ovunque, cosi come il kyte-surf! 😉
Il giorno di Natale al villaggio è anche arrivato Babbo Natale in quad distribuendo a tutti i bambini un regalino. La sera invece cenone per tutti a base di frutti di mare crudi.
Andare a Fuerteventura coi bambini in inverno: il clima
Le giornate a dicembre a Fuerteventura erano davvero ventose, ma al sole si stava più che bene con una temperatura di 24° circa. L’oceano era freddissimo, ma dopo un minuto il corpo ne beneficiava. Le piscine erano temperate e le due per i piccoli (altezza 35cm) erano riscaldate ideali per far fare il bagno a bambini a Fuerteventura.
Un viaggio a Fuerteventura coi bimbi: il cibo
Il cibo invece è stata la nostra dolente della nostra vacanza a Fuerteventura: nulla di particolare, c’era un angolo-italiano, anche se noi preferiamo mangiare locale ogni volta che andiamo fuori e proprio il cibo locale non ci ha soddisfatto. All’esterno del villaggio c’è davvero poco da vedere, siamo stati quasi sempre stesi al sole a rilassarci e bere qualche cocktail in più tra una partita di pallavolo e una di tennis.
La nostra vacanza a Fuerteventura: il rientro
Dopo una settimana di puro relax la nostra vacanza a Fuerteventura si è purtroppo conclusa. Il rientro per Roma era previsto alle 10.00 ora locale (pur essendo Spagna vi è un’ora di fuso orario, quindi si segue l’ora inglese). La partenza dall’hotel era prevista alle 7.00 con possibilità di fare colazione già dalle 6.
Per concludere il nostro bel viaggio a Fuerteventura però abbiamo fatto la felice scoperta che in aeroporto c’è un’area baby con giostrine che ci ha permesso di divertirci aspettando il nostro aereo che ci strappava sì quel tepore africano ma nello stesso tempo ci infondeva la consapevolezza che non ha prezzo trascorrere un Natale al caldo! 🙂
ps: Una nota per le mamme che amano Desigual: In Spagna tutti i capi costano circa il 20% in meno e a Fuerteventura cosi come in ogni isola delle Canarie tutto costa meno essendo l’IVA solo al 7%.
La nostra crociera coi bambini in Grecia: perché sceglierla
La nostra prima vacanza in crociera coi bambini fatta per Capodanno ve l’avevamo già raccontata. Quest’anno, dopo l’esperienza di una crociera invernale di due anni fa, abbiamo pensato di farne una estiva per capire se fosse più rilassante visto che la peste ora ha tre anni.
Vi dico subito che la nostra prima impressione, e anche quella a fine crociera, è stata quella di preferire sempre un villaggio ad una nave da crociera con un bambino piccolo, soprattutto per il relax di noi adulti. Per noi infatti è importante sottolineare che anche i bambini in crociera si divertono molto, però la nave è più dispersiva perché ci sono tanti posti dove poter sostare e quindi non vi è un unico punto di ritrovo come in un villaggio.0815
Detto ciò, vi racconto il nostro lungo viaggio con l’#estateaddosso, fatto partendo in macchina da Lecce per arrivare nella splendida Venezia, da dove ci siamo imbarcati per la nostra crociera con una bambina di tre anni. Questa volta abbiamo scelto una crociera in famiglia in Grecia, tra le piccole isole dal mare cristallino.
In crociera con un bambino: le tappe
Crociera in famiglia: tappa a Rimini
La nostra prima tappa, diretti verso Venezia porto d’imbarco per la nostra crociera, è stata Rimini, dove abbiamo soggiornato per due giorni. La località romagnola è un parco divertimento per i bambini, giostrine dappertutto sia nei vari lidi sulla sabbia che nei parchi in centro. Siamo stati una giornata intera all’Aquafan di Riccione dove la peste non si è fermata un attimo tra scivoli e piscine.
La nostra crociera con un bambino: la partenza e Corfù
Dopo la lunga sosta a Rimini siamo ripartiti per Venezia, dove ci siamo imbarcati sulla Norwegian Jade per la nostra crociera estiva. Purtroppo era la stessa nave della scorsa crociera e noi avremmo voluto visitarne un’altra ma l’accoglienza è stata perfetta da subito, sul ponte delle piscine con tanto di scivolo annesso. La Norwegian secondo noi è la più consigliata per chi ha dei bambini perché adotta il Free Style, ossia uno mangia quando vuole senza dover rispettare i soliti due turni. Dopo un giorno di navigazione passato tra piscina e teatro, la nostra prima tappa prevedeva una sosta a Corfù. L’avevamo già visitata in passato e secondo noi non riserva nulla di bello per i bambini e forse nemmeno per gli adulti.
La nostra crociera con un bambino: Santorini
Il nostro secondo giorno di crociera è stato dedicato a Santorini. L’isola è una piccola perla nel Mar Egeo, una isoletta fatta di sali scendi continui e difficilissima da visitare con il passeggino, anche perché la peste si era addormentata e abbiamo dovuto portarlo. Per raggiungere la città ci sono due modi: la funivia o gli asini. L’andata l’abbiamo fatta in funivia, una giostra per la peste; la discesa con gli asini. Bellissima esperienza dove la piccola rassicurava la mamma che aveva paura. Ci siamo divertiti un sacco.
Una delle cose belle da fare la sera sulla nave da crociera coi bambini è vedere gli spettacoli a teatro, soprattutto quello degli acrobati anche se poi i bambini spesso vogliono ripetere tutti gli esercizi… 😉
La nostra crociera con un bambino: Mykonos
Il terzo giorno della nostra crociera in famiglia l’abbiamo dedicato a Mykonos. Appena scesi dalla nave ci siamo ritrovati in una vecchissima stazione di bus (sempre se cosi si possa chiamare un cartello stracciato) dove non vi era nessuno per chiedere informazioni. Il primo autobus era previsto per le 10.30, lo abbiamo preso alla modica cifra di 1.80€ per andare a Paradise Beach. Questa spiaggia è fatta da pietroline piccolissime e mare limpido e pulito.
Siamo stati un paio d’ore in completo relax e poi via a fare un giro nel centro città. La cittadina è davvero bella, piena di pub, attività, bar siti nei vicoletti dove è piacevole camminare. I bambini sono affascinati dai vari colori presenti, soprattutto il blu, e scorazzano nelle vie senza pericoli. Alla fine della lunga passeggiata ci siamo ritrovati di fronte una piacevolissima sopresa…i Mulini (di Dora, secondo Anita), situati nel quartiere Little Venice. Abbiamo subito controllato se qualcuno si potesse visitare e fortunatamente uno era aperto. Un gentilissimo signore con un piccola offerta ci ha fatto salire e abbiamo visto proprio come funziona un vero mulino. La peste era contentissima.
A fine giornata ci siamo imbarcati di nuovo sulla nostra nave da crociera per salpare verso Venezia, che abbiamo raggiunto dopo due giorni di navigazione, passati quasi tutti in piscina a giocare con tanti bambini o immergendoci nelle varie jacuzzi.
In questo caso la nostra crociera in famiglia ci ha regalato uno spettacolo bellissimo, quello del penultimo giorno dove tutti i vari artisti si sono esibiti in un emozionante finale e saluto da parte di tutto lo staff.
La nostra crociera con un bambino: Venezia e Rimini
A Venezia si è conclusa la nostra crociera in famiglia ma una volta sbarcati ne abbiamo approfittato per fare il giro di questa splendida città. I leoni su cui salire in piazza san Marco, i piccioni da inseguire e le gondole da ammirare hanno reso magico il pomeriggio anche per la piccola.
Così, finita la nostra crociera con una bambina ormai di tre anni, siamo ritornati in auto facendo tappa nuovamente a Rimini per tre giorni. Nel primo abbiamo visitato l’Italia in Miniatura, un parco ormai datato dove la maggior parte delle attrazioni sono vecchie. Bello il giro in “gondola” a Venezia, ma soprattutto la ricostruzione della favola di Pinocchio da percorrere con una macchinina. Per il resto l’unica cosa da evidenziare una playground ad accesso libero. Il secondo e terzo giorno siamo tornati all’Acquafan perché ogni biglietto è valido per due giorni e ci siamo divertiti nuovamente su scivoli e piscine.
Anche i lunghi viaggi, come al solito, hanno una fine e così, stanchi ma divertiti dopo la nostra crociera in famiglia in Grecia e le nostre tappe, ci siamo incamminati sull’A14 per tornare verso casa…dove però ci aspettava lo splendido mare salentino che ha continuato a farci sentire l’ #estateaddosso! 🙂
Quest’anno pensavamo di andare in Germania per far visita ai vari mercatini di Natale ma visto il freddo gelido in quei posti, per la piccola peste abbiamo optato per una crociera in famiglia. Questo perché, grazie ai vari passatempi sulla nave, se il tempo non permette di scendere si rimane a bordo e ci si diverte lo stesso.
Noi abbiamo prenotato una crociera nel mediterraneo con la Norwegian, una compagnia americana, per visitare posti come Montecarlo, Barcellona, Valencia, Cagliari, Tunisi, Palermo e Napoli. Il tutto ad un prezzo davvero inferiore se paragonato a quello di Costa e MSC.
La nave di Norwegian è bella, non splendente rispetto alle altre compagnie (a qualcosa bisogna pur rinunciare) ma si mangia sempre (a differenza delle altre). In questo post cercherò di raccontarvi tutto, dicendovi come ci siamo trovati noi.
In crociera coi bambini: perché?
La crociera per i bambini dai 3 anni in su è l’ideale perché c’è una sala dedicata tutta per loro, dove i genitori non hanno accesso.
Durante la navigazione i bambini sono seguiti dagli animatori che li fanno giocare in svariati modi: dal colorare a rotolarsi nei gonfiabili, dal cantare a fare giochi di società. Per i più piccolini, dai 3 anni in giù, c’è una stanza con i materassi paracolpi per terra e tanti piccoli giochi. Il bambino deve essere accompagnato da un genitore e ogni giorno (dalle 18 alle 19) un’animatrice fa attività ludica come colorare con colori naturali ingeribili che non sono pericolosi, cantare storielle e filastrocche tutto rigorosamente in inglese.
In crociera con un bimbo piccolo: come si fa con la pappa?
Per il cibo, i più piccoli non hanno problemi: sulla nave ti cucinano la pastina che porti tu e puoi richiedere un passato di verdure fatto da loro. Sono comunque molto gentili e sempre a disposizione.
Le tappe della nostra crociera in famiglia con la Norwegian
Ecco le tappe della nostra crociera in famiglia con qualche spunto anche per cosa vedere e dove mangiare con i bambini.
In crociera con un bambino con la Norwegian: tappa a Pisa
La prima tappa della nostra crociera è stata Pisa. L’attracco a Livorno, infatti, è strategico per andare a Pisa che in treno dista appena un quarto d’ora mentre non consiglio Firenze perché troppo lontana (1 ora e mezza).
Pisa è piccolina e girabile a piedi e dalla stazione si arriva facilmente a piedi alla famosa Torre. Strada facendo si incontrano delle botteghe in cui gustare la buonissima “Cecina”. Penso che i bambini la amino, mia figlia ne ha mangiata 1 intera. NelLargo dei Bagni di Nerone si trovano due negozi (un panificio e una pizzeria) che la sfornano di continuo.
In crociera con un bimbo sulla Norwegian: tappa a Montecarlo
La seconda tappa della nostra crociera in famiglia è stata Montecarlo. La cittànon ci è sembrata prettamente baby-friendly. In un bar della Galleria Métropole, di fronte ai giardini del Casinò, mentre facevamo mangiare la piccola peste ci hanno caldamente invitati ad andare via.
Non contenti delle situazioni abbiamo quindi deciso di fare ritorno al porto ma mentre prendevamo la via della nave, sul lungomare (Route de la Piscine) ci siamo imbattuti in un mercatino gastronomico succulento e subito dopo un percorso da favola per i più piccoli con tante casette colorate e personaggi delle fiabe.
In crociera coi bimbi con Norwegian: tappa a Barcellona
L’attracco a Barcellona ci ha permesso di visitare per la terza volta la capitale catalana, ma la prima in tre.
Dopo un’obbligata passeggiata sulla Rambla e la visita al HardRock Café, abbiamo deciso di andare al Castello di Montoujic. Dalla Rambla in metro fino a Parallel e poi senza uscire fuori e con lo stesso biglietto siamo saliti con la funicolare fino a Montijuc. Poi con 10€ a testa si sale con la teleferica fino al castello.
In cima ci sono due bar molto forniti. Quello situato all’interno ha il microonde essenziale per riscaldare pappe e pappine. Dal Castello la veduta su tutta Barcellona è spettacolare.
In crociera coi bambini con Norwegian: tappa a Valencia
Purtroppo per Valencia non posso dare un contributo perché io e mia figlia avevamo la febbre e quindi siamo restati a bordo. Ne abbiamo però approfittato per per goderci appieno la nave. Infatti, ci siamo divertiti lo stesso, gustandoci tutti gli spettacoli dell’animazione, i giochi per i più piccoli, il teatro con illusionisti, cantanti, ballerini e l’imperdibile Countdown. E abbiamo scoperto che quando si va in crociera coi bambini anche gli attracchi sono momenti divertenti!
In crociera coi bimbi con la Norwegian: Cagliari
Cagliari è quasi off-limits per i passeggini. È carina ma sembra di stare sulle montagne russe visto le svariate salite e discese da percorrere per raggiungere il centro e naturalmente essendo in Italia gli ascensori pubblici non funzionavano.
Abbiamo fatto un bell’aperitivo al Caffè Letterario, dove la cameriera è stata molto gentile nello scaldarci la pappa e assisterci per ogni richiesta.
In crociera con un bimbo sulla Norwegian: tappa a Tunisi
La città che aspettavo di più è stata Tunisi. Qui essendo con la bambina abbiamo preso direttamente un’escursione proposta sulla nave da crociera con la guida. Abbiamo fatto un bel giro visitando dapprima Medina con i suoi mercatini, la sua confusione e i suoi magnifici colori. Poi, siamo andati alle rovine di Cartagine e infine ai Bagni di Antonino una vera meraviglia.
Non ci siamo fermati, purtroppo, da nessuna parte per gustare qualcosa di locale. Tunisi è bella ma anche molto sporca. La guida ci ha detto che prima della rivoluzione di due anni fa lo era ancora di più.
Una crociera in famiglia sulle navi Norwegian: Palermo
Infine, l’ultima tappa della nostra crociera in famiglia è stata Palermo. La città si gira benissimo a piedi e scesi dalla nave si è subito a 300mt dal Teatro Politeama. Continuando per via Ruggero Settimo siamo arrivati al Teatro Massimo dietro il quale c’era il Mercatino Capo, bello e caratteristico.
Siamo, poi, arrivati alla Cattedrale e abbiamo visto l’arrivo dei Re Magi essendo il 6 Gennaio.
La fame, però, ha avuto il sopravvento su tutti e tre e ci siamo diretti alla famosissima Antica FocacceriaSan Francesco, dove non potevamo non mangiare il panino con milza e ricotta, con le panelle, i cazzilli (crocchè di patate con il latte).
Anche la peste ha gustato tutto oltre alla sua pappa che ci hanno gentilmente riscaldato. Prima di tornare sulla nave siamo andati al Disney Store per far divertire la bambina e sfruttare i saldi di stagione.
In crociera insieme ai bambini sulla Norwegian: tappa a Napoli
A Napoli siamo sbarcati per far ritorno a casa, sicuri di aver fatto la scelta giusta anche per la piccola peste che non voleva tornare a casa ma restare sulla nave a giocare con tutti i camerieri e andare su e giù con gli ascensori.
Nulla paragonato al tormentone della crociera: Washy Washy – Happy Happy, ossia i fantastici due personaggi che all’entrata del self service ti spruzzavano sulle mani l’amuchina per igenizzarti le mani. La peste non gli ha mai lasciati in pace e nell’ultimo spettacolo a teatro hanno ricevuto la loro meritata standing ovation…
A mio parere Edimburgo è una città prima o poi da visitare anche coi bambini. Era da sempre nei nostri piani, così abbiamo sfruttato l’occasione per andarci quando siamo rimasti per un mese a Lancaster.
Se dovessi definire con una parola questa splendida cittadina direi “colore“. Ogni strada di Edimburgo è infatti caratterizzata da tanti colori a volte anche “non abbinati”. Palazzi nuovi che si mescolano con quelli vecchi le cui facciate sono “dipinte” con colori che vanno dallo sfavillante al pastello.
Edimburgo è un capitale con appena 500mila, abitanti dominata dal suo castello medievale ricco di storia e noi ci siamo stati l’ultima settimana di agosto, con la fortuna di arrivare proprio l’ultimo giorno delFringe Festival. Appena scesi dal treno abbiamo subito sperimentato la “fatica” (dato il passeggino) per visitare la città fatta di tante salite e discese, che sono però comunque accessibilissime.
Arrivati sul Royal Mile siamo stati abbagliati dai tanti artisti di strada, dai tanti spettacoli da guardare e dai musicisti da ascoltare. La nostra piccola peste non voleva staccare gli occhi da nessuno di questi e abbiamo trascorso quasi due ore ad apprezzare i vari artisti.
Subito dopo ci siamo diretti alla Camera Oscura, un’attrazione vicino al castello di Edimburgo da non perdere assolutamente con i bambini. E’ stato divertente sia per la piccola che per noi adulti: giochi di specchi, giochi di luce e illusioni ottiche che ci hanno permesso di trascorrere un’ora in completo relax e divertimento.
Durante il riposino pomeridiano della piccola, abbiamo visitato la cattedrale di St.Gilles, niente di particolare, più bella dall’esterno che dall’interno. Subito dopo ci siamo diretti verso la Scottish National Gallery, che non ha niente a che vedere con quella londinese ma è da vedere sicuramente per le opere di Tiziano. Durante il tragitto la vista è bellissima perchè dal Royal Mile si scende verso la New Town ammirando lo Scott Monument imponente a ridosso dei Pricess Garden. Questa parte di città è piena di negozi e le stradine interne sono per lo più pedonali. Consiglio Rose Street per chi vuole fermarsi a degustare qualcosa.
La sera abbiamo deciso di andare a mangiare in qualche pub ma ci siamo imbattuti nell’amara realtà della cultura scozzese: nessun bambino è ammesso nei pub dopo le ore 21. A quel punto abbiamo rimediato in un ristorante di fronte all’hotel, il “Noodle”, dove si mangiavano i noodle cinesi…non male.
La mattina seguente dopo un’eccezionale colazione scozzese nel nostro hotel “Edinburgh Centre South Bridge” (che includeva anche il famoso haggis, piatto tipico scozzese che va mangiato senza sapere cosa è) ci siamo diretti al Castello che sovrasta Edimburgo dall’alto.
Sono sincero, non mi è piaciuto: un castello medioevale situato su una collina e adibito soprattutto alla difesa. Gli interni sono tutti in legno. Bella la sala dove sono esposte la corona e i gioielli reali. Da non perdere la statua di William Wallace, lo dico perché io me la sono persa!!! Tutto però troppo costoso: 16£ a testa!
Il pomeriggio siamo andati al Museo Nazionale Scozzese: cinque piani di esposizione non entusiasmante se non per avere in ogni stanza dei giochi interattivi adatti a tutti che ti fanno meglio comprendere le varie esposizioni. Ad essere sincero è molto più orientato ai bambini infatti la piccola peste non voleva andare più via.
Da lì, ci siamo diretti verso il grandissimo parco The Meadows passando per Victoria Street, una via stupenda piena di colori che termina in Grassmarket, una zona piena di pub e ristoranti. Il parco è davvero grande immerso nel cuore della città, accanto all’università: immense distese di verde e anche un piccolo parco giochi per i più piccoli.
Il giorno seguente, l’ultimo ad Edimburgo con la nostra bimba, abbiamo fatto tappa prima allo Scottish Parliament, una costruzione nuova e direi innovativa rispetto alla storia della città situata ai piedi del Palace of Holyroodhouse, la residenza reale della Regina.
In nessuno dei due siamo entrati perché volevamo dirigerci immediatamente a Canton Hill, una collina che sovrasta la città dalla parte opposta del Castello con una vista mozzafiato. Tutti ce ne avevano parlato ma essere lì nel verde a godersi i monumenti e ammirare tutta Edimburgo dall’alto è una sensazione unica. La piccola peste si è divertita tantissimo a scorrazzare per tutto il tempo.
Dopo un’oretta buona siamo scesi verso Princess Street (strada piena di negozi moderni e negozi turistici) diretti alla statua di Sherlock Holmes omaggio a Conan Artur Doyle, essendo lui uno scozzese. Ci siamo poi fermati al ristorante Rosehip in Rose street per assaporare il famoso salmone scozzese ma siamo rimasti delusi, il sapore era come quello italiano quindi non eccelso. Mentre buono il fish & chips e anche l’haggis.
Infine, dritti in hotel a prendere le valigie, salutare la città e salpare verso Lancaster in treno. Non c’è niente da dire, visitare Edimburgo coi bambini si è rivelata una bellissima idea!:) A questi link trovate le altre tappe del nostro viaggio in famiglia: Lancaster e York.
Da Lancaster siamo partiti per tre giorni a York, che si raggiunge in tre ore di treno. Vi avvisiamo subito che spostarsi longitudinalmente nel Regno Unito non è semplice: i treni infatti non sono così frequenti e sono formati da poche carrozze.
Arrivati a York abbiamo raggiunto a piedi il nostro albergo – l’Hotel 53, un ottimo hotel che vi consigliamo! – che distava circa venti minuti dalla stazione.
Già dai primi passi ci siamo resi conto che York è davvero bella e lasciate le valigie siamo subito scesi in strada per il primo tour anche se a dire il vero nella prima metà giornata avevamo già girato tutta la città.
Il centro di York è caratteristico, sembra di essere nel Medioevo dove però ci sono tanti negozi moderni. Gli Shamblesnon ci hanno colpiti più di tanto perché troppo turistici. La zona del centro è quasi tutta pedonale, quindi i bambini possono scorazzare come meglio credono e per loro ci sono anche tante attrazioni sparse per le diverse piazze.
Tra i vari negozi ci sono quelli della Disney, di Peter Rabbit e di Teddy Bear, luoghi dove i bambini si divertono sicuramente.
La sera abbiamo mangiato Pudding e Roastbeef al “The Hole in the Wall“, un pub situato quasi di fronte al Minster. Piatto ottimo da non perdere, il pudding è davvero una grande invenzione!
Il secondo giorno, dopo un’abbondante colazione inglese, ci siamo diretti allo Jorvik, un parco archeologico dove è stata ricostruita la vita al tempo dei Vichinghi. Ciò che ha colpito me ma non mia moglie è stata la ricostruzione degli odori del tempo; infatti, durante il tour a seconda della zona in cui si passava si sentivano differenti profumi a volte anche nauseabondi. E’ un’ottima esperienza per bambini dai 5 anni in su ma la nostra piccola peste non ha capito nulla! 😉
Subito dopo ci siamo recati al Minster, la Cattedrale di York, bellissima! Tutta in stile gotico, l’esterno assomiglia molto a Notre Dame. Prima di entrare pensavamo sarebbe stato dura visitarla con la nostra peste di due anni e invece con nostra piacevole sorpresa in una cappella della cattedrale vi erano tanti giochi e tanti libri da leggere per bambini che li tenevano occupati. Così abbiamo potuto visitare a fondo questa bellissima chiesa anche se A TURNO. Inoltre, c’erano delle installazioni su touch screen che facevano sia vedere le tecniche di conservazione delle vetrate e allo stesso modo interagire immaginando di essere l’attore principale della ricostruzione. Anche questo molto educativo per i bambini, ma sempre per quelli dai 5 anni in su.
Dopo il nostro svago culturale toccava alla piccola peste divertirsi un po’ e quindi ci siamo diretti ai piedi della Clifford’s Tower dove vi erano le giostrine e lìfinalmente abbiamo trovato lo scivolo identico al castello ventoso di Peppa Pig!
In questo giorno non abbiamo mangiato in un pub in particolare ma abbiamo mangiucchiato qua e là, bevendo rigorosamente Cask Ale: birra in botte a temperatura di cantina e non ghiacciata, veramente buona.
Meteorologicamente parlando non possiamo lamentarci: sono stati tre giorni di sole alternati a 2-3 pioggerelline durate cinque minuti!
Durante il suo dottorato Angela ha trascorso un anno a Lancaster in Inghilterra. Così con la piccola Anita di appena 2 anni abbiamo deciso di spendere le nostre vacanze estive e gironzolare per 2 mesi nell’Inghilterra del nord e la Scozia.
Cosa fare a Lancaster e dintorni con i bambini
Lancaster è una piccola cittadina nel centro-ovest dell’Inghilterra ad un’ora da Manchester e Liverpool e a due ore da Edimburgo e York e la nostra famiglia ha fatto base qui per tutto il mese di Agosto 2014 visto che mia moglie stava finendo il suo dottorato di ricerca alla Lancaster University.
All’inizio temevo che sarebbe stato difficile gestire il tutto con la piccola peste di due anni ma arrivato qui mi sono ricreduto. Qui che si respira la vera Inghilterra, la gente è calorosa, ti ferma anche per dirti che hai un giubbotto bellissimo e chiederti dove l’hai comprato, ma soprattutto la vita non è frenetica come nella caotica Londra. Inoltre, l’attenzione che gli inglesi hanno verso i bambini non l’ho vista in nessuna regione del mondo.
In ogni parco (e qui ce ne sono uno ogni 200mt) si trovano giostre per bambini, a tavola vengono sempre serviti prima i bambini, i bagni sono sempre provvisti di fasciatoio pulitissimo e ci sono tante ludoteche attrezzate con gonfiabili di ogni genere.
Certo il tempo non è bellissimo, anzi per noi è stato nuvoloso quasi tutti i giorni e con una pioggerellina leggera che nemmeno la senti tanto che alla fine ti abitui persino ad andare in giro senza ombrello.
Però è proprio nelle giornate di pioggia o vento forte che le ludoteche al chiuso vengono in aiuto (vi consigliamo Giggles Adventures al Leisure Park) insieme alle varie attività organizzate dalle chiese anglicane
Ad esempio, nella St. Peter Church hanno organizzato una festa estiva – il Summer Day Party – e la chiesa è stata trasformata in una sala piena di giochi e gonfiabili coprendo l’altare con un semplice lenzuolo, cosa mai vista in una chiesa cattolica. Questi party permettono anche di socializzare ed è stato bella l’accoglienza riservata a noi che non eravamo del posto.
Inoltre vi segnalo la Biblioteca comunale accanto al museo di Lancaster dove ogni giorno dalle 10-12 e dalle 14-16 ci sono attività per bambini: canti, letture, disegni con gli acquarelli, imparare a fare il mosaico, ecc per la gioia dei piccoli.
Nelle giornate di sole, oltre a giocare nei vari parchi, abbiamo approfittato per fare un salto a Morecambe, un piccolo paese sul mare dove vi è un parco bellissimo con entrata gratuita: l’Happy Mount Park.
Nell’Happy Mount Park ci sono varie attrazioni e giostre e si paga 1 o 2 £ per attrazione ma si può stare quanto si vuole in molte di esse. Ciò però che ci ha colpito maggiormente sono le “fontane” dove grandi e piccoli giocano con l’acqua anche a 15°. Cosa sono queste fontane? In pratica è un’area di circa 100mq piena di aggeggi da cui fuoriesce l’acqua sia dall’alto che dal basso e dove tutti corrono per bagnarsi e ‘rinfrescarsi’. Noi abbiamo giocato un giorno con il sole, le altre volte avevamo il cappotto a differenza loro che scorazzavano senza problemi in costume!
Dove mangiare a Lancaster coi bimbi
Qui vi lascio qualche consiglio su dove mangiare a Lancaster con i bambini in base alla nostra esperienza:
Golden Dragon: Si tratta di un ristorante cinese molto tranquillo, il servizio è eccellente e il personale molto disponibile anche nell’illustrazione dei piatti. Abbiamo preso riso, spaghetti con il pollo (chiedete sempre quelli thin altrimenti vi portano le tagliatelle) e anatra all’arancia: buona ma da dividere perchè da sola può stuffare.
The Jacket Potatos Stall: Si tratta di un camioncino nel centro di Lancaster dove fanno la migliore jacket potato mai mangiata. Lì questo piccolo chiosco tutti i giorni tranne il mercoledì da 19 anni, offre diverse scelte. Vi consiglio quella con burro, tonno e mais (tuna and sweetcorn)!
The Sultan of Lancaster: Si tratta di un ristorante indiano di alta qualità situato nella location molto bella di una chiesa sconsacrata. Noi abbiamo provato Shahi Korma Lamb (agnello, cocco, noccioline amalgamati in una salsa al curry) e Tikka Masala (pollo con salsa Tandoori).
Cosa vedere vicino a Lancaster: Il Lake District, Windermer e Bowness
Da Lancaster abbiamo preso il treno per giungere in soli 40 minuti in queste due località più turistiche del Lake District. Secondo noi non conviene prendere un’auto perché dal treno o dal bus è possibile ammirare la campagna inglese con svariati greggi di mucche, pecore, capre e cavalli lasciati pascolare liberamente su immense distese verdi.
Sicuramente queste due cittadine non sono consigliate per chi vuole godersi la vera natura dei Laghi, ma con passeggino al seguito non potevamo fare troppe escursioni e quindi abbiamo deciso di fare una passeggiata in queste due cittadine a 500 metri una dall’altra.
Per iniziare ci siamo fermati a Windermere dove abbiamo fatto colazione con una English Breakfast in un locale piccolino ma di un’ospitalità incredibile: il Brambles Tea Rooms.
La signora che ci ha servito è stata dolcissima anche se a dire il vero la colazione non è stata granché ma non era la loro specialità. La peste ha adocchiato subito una libreria piena di libri per bambini e giochi ed è stata catturata per tutto il tempo.
Subito dopo ci siamo diretti verso Bowness, una camminata di più o meno 40 minuti, dritti dritti a visitare il Parco di Peter Rabbit.
Per i bambini è un’esperienza bellissima. Ci si immerge nella favola di Peter Rabbit, personaggio creato dalla penna di Beatrix Potter ambientato proprio in queste terre. In questa specie di mondo incantato sono state ricostruite le scene del racconto e i bambini possono vedere dal vivo i pupazzi preferiti come Mr. Tod, Benjamin Bunny, Jemina Duck… in un gioco di luci bellissimo. Nostra figlia da quel giorno non ha più smesso di leggere (o meglio guardare le figure) dei libri di Peter Rabbit.
Subito dopo ci siamo diretti a fare un piccolo giro con un battello sul lago e infine la pancia voleva la sua parte e abbiamo gustato un fish&chips nella piazza di Bowness.
Purtroppo non abbiamo però avuto il tempo di provare nemmeno una tea room, il tea delle cinque accompagnato da vassoi pieni di dolci caratteristici del posto.
Vacanza a Lancaster: Informazioni sugli aeroporti coi bambini
Siamo stati circa un’ora nell’aeroporto di Manchester, precisamente al Terminal 3 dove partono i voli della Ryanair. Vicino la sala di attesa c’è un’area per bambini costituita da un divano a staffa di cavallo molto largo rivolto verso il muro a cui è appeso un televisore che trasmette 24 su 24 ore la CBeebies, l’analogo di Raiyoyo italiana. Non male per intrattenere i bambini.
Siamo rimasti delusi dall’aeroporto di Bruxelle Charleroi: piccolo e poco fornito oltre che molto costoso. Le toilette per cambiare i bambini sporchissime così come i bagni per gli adulti. Unico sollievo un’area bambini costituita da giostrine a pagamento vicino il gate 15, che ci ha permesso di trascorrere quasi due ore in completo relax.