Migliaia di persone ogni anno in autunno si riversano nelle strade di Martano, a meno di 15 minuti dal nostro B&B Casa di Anita, per fessteggiare la “Volia Cazzata”. Un delle più famose sagre d’autonno del Salento che celebra l’oliva o meglio la volia, uno dei simboli culturali ed enogastronomici della terra dei due mari.
Cosa è la volia cazzata?
La volia cazzata non sono altro che le olive schiacciate che si preparano quasi esclusivamente nel mese di ottobre. Questo infatti è il periodo prima della vera raccolta, dove le olive sono un pò più dure e meno mature e quindi facili da schiacciare con un martello. Subito dopo sono messe in salamoia (ossia con acqua e sale abbondande) dove possono essere conservate per lunghi periodi, proprio come si faceva una volta. Infatti, uno dei metodi di conservazione degli alimenti del passatto era proprio quello di utilizzare il sale come “conservante”.
La volia cazzata era un piatto povero, da accompagnare con un pò di pane quando il cibo scarseggiava. Ora, però, è diventato un piatto per i palati fini e più esigenti che hanno riscoperto gli antichi sapori del Salento.
Programma e Musica salentina
La 29esima sagra de la “Volia cazzata” si svolge in quattro giorni, dal 18 al 21 ottobre, a Martano nel piazzale Largo Primo Maggio con una copertura di 2500 mq ricca di stand gastronomici. Naturalmente, oltre alla volia padrona di casa, sarà possibile degustrare i piatti della tradizione popolare salentina come carne di cavallo a pignatu, turcinieddhri arrosto e tanto altro ancora.
Ad allietare le quattro serate si alterneranno sul palco i “Kardiamundi” giovedì 18 con i suoni della pizzica salentina, i “Vega 80” venerdì 19 con un repertorio tutto anni ’80, “Antonio Castrignanò” sabato 20 con i tipici suoni della terra dei due mari e infine a chiudere la sagra ci saranno “Gli Avvocati Divorzisti” con un revival del meglio e del peggio della musica italiana domenica 21.
Ottobre è un periodo ottimale per prenotare la tua vacanza nel Salento. Nel nostro B&B Casa di Anita le camere hanno un costo a partire da 25€ a persona per notte. In più, è il periodo ideale per godersi le nostre offerte, come il percordo benessere nel centro convenzionato dove è possibile coccolarsi in un percorso SPA ad accesso esclusivo della durata di 90 minuti.
Dopo essere stati fermi per un anno, finalmente si riparte per la #primavacanzain4: oltre alla peste di 5 anni ora c’è anche la mangiona di 1 anno. La prima domanda che ci siamo fatto è stata “Dove possiamo andare a Novembre con una bambina di quasi un anno senza soffrire troppo il freddo?”. Grazie anche a questo magnifico blog la risposta è stata scontata: Valencia ci sembrava la meta adatta.
Valencia coi bambini: itinerario con due bimbe piccole
Valencia coi bambini: hotel e informazioni
Siamo partiti il primo Novembre con un volo diretto Bari – Valencia. Arrivati in aeroporto abbiamo acquistato la Valencia Tourist Card per 72 ore al costo di 25€ per adulto (i bambini non pagano fino ai 12 anni). Subito utilizzata per prendere la metro gratis, molto bella e nuova (senza la tourist card il costo del biglietto dall’aeroporto al centro città sarebbe stato di 8€). Arrivati nel nostro appartamento (Valencia Home seguite il link per le info) nel Barrio del Carmen ci siamo sistemati e pronti per la prima passeggiata. Con bambini piccoli consiglio vivamente l’affitto di un appartamento cosi da essere indipendenti. Per noi è stata la prima volta e sicuramente lo utilizzeremo anche per il futuro.
Itinerario a Valencia coi bambini
Il secondo giorno a Valencia inizia la vera avventura #babyfriendly. Si parte per l’Oceanografic con l’autobus 95. Con la tourist card si ha il 15% di sconto, ma prenotando da internet i vari biglietti combinati si saltano le file. L’oceanografico è un’esperienza fantastica per i bambini. Ci si diverte tantissimo a passeggiare nei tunnel all’interno delle vasche d’acqua ed è strabiliante vedere gli squali che ti passano accanto; lo spettacolo dei delfini è carino. Alla fine si trascorrono 4-5 ore in puro relax. All’interno si possono trovare ristoranti e bar.
Il pomeriggio abbiamo fatto una bella passeggiata nel centro storico di Valencia. Molto carino e visitabile a piedi essendo tutto pedonale. Vi consiglio vivamente di fare una capatina alla chiesa “de San Nicolas de Bari y San Pedro Martir”. Rimarrete a bocca aperta guardando il soffitto perchè sembra di essere nella cappella Sistina. Anche i bambini di divertono ad ascoltare la spiegazione grazie alle audioguide. Anche la cattedrale è carina ed è il posto adatto per far giocare i bambini ad accendere le candeline.
La fame nel pomeriggio iniziava a farsi sentire e, girando qua e là, ci siamo imbattuti nella “Horchateria Santa Catalina” (una traversa di Piazza de la Reina). E’ diventata la nostra droga. Oltre ai churros con il cioccolato, abbiamo assaggiato i Fartons. Sono delle brioscine lunghe molto morbide, li ha mangiati anche la piccolina di un anno, e si possono assaggiare sia vuote o con il cioccolato o la crema. La peste di 5 anni non voleva più andare via e ogni mattina era diventato il nostro posto dove fare colazione.
Il nostro terzo giorno a Valencia l’abbiamo dedicato alla Città della Scienza. La sconsiglio vivamente. È un posto poco interattivo, dove ci sono solo 2 piani dedicati ai bambini, ma veramente povero di “giochi” scientifici. Dopo essere stati al Kopernicus centre di Varsavia, questo era nulla. Al contrario passeggiando lungo i parchi creati nel letto del fiume Turia, siamo giunti al più bel parco giochi all’aperto mai visto: Gulliver. Il gigante creato da Jonathan Swift è realmente disteso a terra e ogni parte del suo corpo è uno scivolo. Si va da quelli immensi a quelli per i più piccolini. Il corpo è pieno di corde per arrampicarsi per arrivare in cima. A detta della peste è stato uno delle attrazioni più divertenti della vacanza.
La mattina del quarto giorno abbiamo fatto un giro al Mercato Centrale, un posto dove non mangiare è impossibile. C’è di tutto, come di solito nei mercati spagnoli. Lo jamon è un must, va assaggiato per forza. Di fronte al mercato centrale c’è la Loja de la Seta, un palazzo centro del commercio della seta. A noi non è piaciuto, abbiamo visitato le 3 grandi stanze spoglie che non ci hanno trasmesso nessuna emozione. Lì vicino si può fare un giro nella Plaza Redonda, dove noi abbiamo trovato un piccolo negozio e abbiamo comprato a poco prezzo (solo 30€) un vestito da ballerina di Siviglia, corredato da orecchini, collana, scarpe e mantellino per la gioia della piccola peste.
Finita la gita in città ci siamo diretti verso il BioParc. Anche questo come l’oceanografico è stata un’esperienza unica. Mai visto uno zoo così bello, che ti dà la sensazione di essere a contatto reale con gli animali. Entrambe le bambine erano entusiaste a vedere scimmie e lemuri a due passi, coccodrilli, leoni e gorilla, giraffe e facoceri. Nei punti ristoro ci sono dei forni a microonde utilizzabili autonomamente per scaldare la pappa dei più piccoli e tutti i bar sono forniti per pranzare e quant’altro.
Valencia coi bambini: bilancio
La #primavacanzain4 finisce qui, non è stata rilassante ma piena di emozioni e di tante cose da fare. Valencia è una città a misura di bambino, visitabile in qualunque periodo dell’anno, I mezzi pubblici funzionano benissimo e ci si sposta velocemente da una parte all’altra della città. L’esperienza con 2 bambini è stata positiva e ora pronti a ricercare sul blog di Patatofriendly la prossima meta per la #secondavacanzain4.
Una vacanza a Varsavia coi bambini: perché andarci?
La nostra vacanza quest’estate doveva essere in Montenegro, poi abbiamo dirottato verso una capitale Europea: Varsavia da visitare in famiglia. Motivo: meglio fare un viaggio più impegnativo quest’anno con una bambina di 4 anni che riesce a fare vari chilometri a piedi e rilassarsi in spiaggia il prossimo anno. visto che molto probabilmente diventeremo quattro! 🙂
Consigli pratici per visitare Varsavia coi bambini
Volo per Varsavia
Il volo per la Polonia Bari-Varsavia diretto con Wizz dura poco meno di 2 ore. Arrivati a Varsavia la prima cosa che abbiamo fatto è stata prelevare dato chela loro moneta non è l’euro ma lo zloty (cambio 1€=4.4zt). La prima impressione è quella di trovarsi in una città molto inglese e poco facente parte della cosiddetta cortina di ferro. Una città che abbiamo nominato “Fantasma” non perché non esista ma perché è totalmente ricostruita. Infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale Varsavia è stata quasi rasa interamente al suolo e tutti i palazzi e i monumenti hanno meno di 40 anni di vita.
Hotel a Varsavia coi bambini
Abbiamo prenotato un hotel nel centro città, vicino la stazione centrale. Bisogna stare attenti che a Varsavia il centro città non è la stessa cosa del centro storico (Stare Miasto, la Città Vecchia) che si trova 3.5km con cui si può arrivare o a piedi con una bella camminata sulla via principale oppure con il bus. L’hotel (Hampton by Hilton City Centre) è stato davvero spettacolare, pulito con una colazione perfetta per tutti i gusti (seguite il link per informazioni).
Spostarsi a Varsavia coi bambini
Il costo della vita a Varsavia è davvero basso, tutto costa meno dell’Italia; una pinta di birra 1.5€, il bus 0.60€ e si può pagare a bordo con carta di credito. Il taxi dall’aeroporto all’hotel ci è costato 40zt (meno di 10€) e ci ha impiegato 20 minuti circa. Un consiglio se volete visitare Varsavia coi bambini: prima di armarvi di passeggino e partire con il tour della città tenete presente che nelle vie grandi per attraversare da una parte all’altra la strada bisogna utilizzare i sottopassi; anche se molti hanno una guida sono comunque scomodi per chi ha il passeggino.
Un itinerario a Varsavia di quattro giorni coi bambini
Primo giorno a Varsavia in famiglia: zaino in spalla e si va ad esplorare la Città Vecchia, attraversando la via principale Nowy Swiat. Una via molto carina piena di negozi che conduce nella piazza del Palazzo Reale. Carino ben tenuto, in molte stanze i bambini pensano che prima o poi uscirà Cenerentola e il principe. Da visitare sicuramente a Varsavia coi bimbi. Tenete conto che è stato totalmente ricostruito dai sovietici dopo essere stato raso al suolo durante la guerra.
Subito dopo ci siamo messi a esplorare le vie della Città Vecchia, fatte da tanti piccoli negozietti che sfociano poi nella Piazza del Mercato in cui si trova la Fontana della Sirena attrazione da non perdere per i bambini. Accanto alla fontana ci sono delle fontane da azionare con una pesantissima leva e anche qui i bambini si divertono tantissimo.
A pranzo abbiamo scelto una catena polacca Zapiecek dove abbiamo mangiato i famosi e molto buoni Pierogi, una specie di ravioli che si possono riempire a scelta accompagnati con uno stinco di maiale con crauti. La piccola peste è stata contentissima di rifocillarsi prima della prima tappa a lei dedicata: i Saxson Gardens. Un giardino molto bello nel cuore della città dove c’è il monumento del milite ignoto e una fontana bellissima. In più non poteva non esserci l’immancabile parco giochi sulla sabbia con giostre nuove e ben tenute e un po’ diverse dalle nostre. Questa tappa segnatevela perché è davvero da non perdere se visitate Varsavia insieme ai bambini.
La mattinata del secondo giorno l’abbiamo dedicata alla scoperta del più grande parco di Varsavia con parco giochi annesso: il Lazienki Park. Questo parco è un’altra delle cose da vedere a Varsavia coi bambini: Il parco è la casa del monumento al grande Chopin considerato un eroe nazionale. E’ davvero grande, pieno di distese verdi dove i bambini possono giocare con le paperelle e gli scoiattoli rossi. Da vedere la casa sull’acqua attraversata da un laghetto. Anche qui non manca di certo un parco giochi situato all’entrata sud del parco, grande, sempre sabbia come terreno quindi consiglio di portarvi dei calzini di ricambio.
Nel pomeriggio la famiglia si è divisa. Mamma nel centro commerciale Arkadia, papà e peste nel Copernicus Science Centre. Non sto qui a raccontarvi il centro commerciale ma solo l’euforia, la gioia, il puro divertiment
o di trascorrere quattro ore a giocare con la Scienza al Copernicus Centre. La piccola peste non si è mai fermata, tanti esperimenti di Fisica, chimica da ammirare e da provare sulla propria pelle e da fare con le proprie mani. Un must da vedere a Varsavia coi bambini ed esplorare assolutamente, un posto dove la Scienza si fa Bambina. Dopo essere stati 4 ore a giocare con tutto ciò con cui si poteva giocare, nel centro abbiamo trovato anche una playgroud riservata a bambini da 0 a 5 anni dove si poteva fare sempre giochi scientifici e dove anche i neonati possono divertirsi. Non dico altro, solo andateci! Unica pecca che pochi parlano inglese (questo però è diffuso in tutta Varsavia e anche le didascalie spesso sono solo in polacco).
Il terzo giorno a Varsavia non poteva mancare una visita al Wilanow Park, una residenza del 1600 rimasta intatta anche dopo la guerra. Carino il palazzo da visitare con tanti vestiti dell’epoca, ma ancora più bello il parco che dà l’idea della regia di Versailles. Usciti dal palazzo e diretti verso l’autobus ci siamo accorti dell’ennesimo parco giochi all’aperto, questa volta però il più bello di tutti. Davvero grande, giostre pulitissime e castello da scalare per poi scendere da uno scivolo a tubo. Oltre alla playground per i più piccoli, c’era anche un dog park e una palestra all’aperto. Mai visto in nessun’altra nazione.
A pranzo ci siamo diretti nel miglior ristorante di Varsavia secondo TripAdvisor, il Restauracja Polska Rozana. Location mozzafiato, si è accolti da una composizione floreale che fa da intro al buffet di torte. Sale eleganti, servizio ottimo pronti anche a soddisfare le esigenze dei più piccoli. Abbiamo mangiato 3 primi (Pierogi che non potevano mancare), due secondi (salmone e anatra…divina) e due dolci (un cheesecake polacco e una torta con panna e crema deliziosa). Il tutto alla modica cifra di 60€ circa. Da provare assolutamente!!! Per i più piccoli c’è anche un giardino dove poter giocare oltre che mangiare.
Nel pomeriggio, mentre la peste dormiva, abbiamo visitato il Museo di Chopin, una vera delusione. Molte installazioni multimediali non funzionavano e poi tutto in polacco. Non so cosa ma mi aspettavo qualcosa di diverso.
La sera abbiamo assistito ad una delle attrazioni più belle di Varsavia anche per i bambini: la Fontana Multimediale. Uno spettacolo indescrivibile, una fontana di centrale attorniata da un serpentone di fontanelle più piccole che fanno da contorno ad uno spettacolo di luci, musica e acqua. C’erano sul prato della collinetta circa 2000 persone a gustarsi lo show con i tutti i bambini a bocca aperta!!! Andate se potete il Sabato sera lo start è alle 21.30 e dura circa mezz’ora.
L’ultimo giorno a Varsavia, dopo l’ennesima colazione abbondante, abbiamo visitato il Palazzo della Scienza e Cultura, l’edificio più alto di Varsavia con la sua torre dell’orologio che spicca nel cielo. Molte aree sono private e noi abbiamo potuto visitare una Mostra del Titanic, con reperti reali, abbastanza interessante e poi siamo saliti sulla torre dopo 30 piani con l’ascensore per goderci una vista mozzafiato di tutta la città. Prese le valigie ci siamo diretti in aeroporto dove abbiamo salutato Varsavia per ritornare nel mare del Salento dopo un’altra bella vacanza #babyfriendly.
Questa volta vi racconto la nostra ultima vacanza al caldo in inverno, ovviamente insieme alla nostra bimba. Dopo l’esperienza dello scorso anno di trascorrere il Capodanno nel caldo mare di Sharm, infatti, abbiamo deciso di ripeterci, cambiando però sponda africana e ammarando nell’Oceano Atlantico in quel paradiso chiamato Canarie. Per l’esattezza la scelta è ricaduta su Fuerteventura per trascorrere un Natale al caldo insieme ala nostra bimba.
Una vacanza a Fuerteventura: informazioni pratiche
La partenza per la nostra vacanza a Fuerteventura era prevista con un volo da Roma Fiumicino alle 6.00 di mattina del 21 Dicembre 2015 con Meridiana. Per questo abbiamo pernottato in un bellissimo B&B a Fiumicino (B&B Natalie’s House) dove la proprietaria ha una particolare attenzione per i bambini (ci ha fatto trovare la colazione al sacco per ognuno di noi alle 4 della mattina!). Il volo per Fuerteventura è durato meno di 4 ore.
Una vacanza a Fuerteventura coi bambini: il nostro hotel
Una volta atterrati ci aspettava un’altra ora di bus per raggiungere il nostro villaggio il Veraclub Tyndaia, situato a sud dell’isola di Fuerteventura. Il villaggio è incantevole, le camere sono grandi, spaziose e pulite. Noi siamo stati particolarmente fortunati essendoci capitata una camera (la n. 151) a bordo piscina, quindi vicina a tutte le attività.
Nel villaggio siamo stati accolti subito dai ragazzi dell’animazione italiana che ci hanno reso la nostra vacanza in famiglia a Fuerteventura spensierata, soprattutto grazie ai loro spettacoli serali, mentre la mattina lasciavano un poco a desiderare visto anche la disposizione dispersiva dei campi da gioco.
La nota spumeggiante di questo villaggio turistico a Fuerteventura è l’animazione del super mini club, per bambini dai 3 anni in su. Riuscivano a coinvolgere davvero tutti i bambini, noi praticamente grazie a loro la nostra vacanza in famiglia a Fuerteventura si è trasformata in una seconda lune di miele dato che la nostra piccola peste si svegliava con il pensiero di dover andare al miniclub e andava a dormire pensando al domani e ai nuovi giochi da fare. Le brave animatrici per i più piccoli erano disponibili durante tutta la giornata, organizzavano giochi, bagni in piscina, al mare. Era aperto dalle 9.30 alle 18.00 e dalle 19.30 alle 21.30. Volendo i bambini potevano mangiare tutti insieme alle 12.30 e alle 19.30 e poi, ogni sera, tutti a scatenarsi con la baby dance. Una sera sono riusciti anche a preparare il musical di Frozen facendo recitare a tutti i bambini una parte! 🙂
Questo villaggio di Fuerteventura ha l’accesso diretto al mare dove i lettini e gli ombrelloni sono a pagamento. La spiaggia cambia nell’arco della giornata: la mattina stretta, il pomeriggio immensa dato il visibilissimo alternarsi delle maree. Se siete impressionabili ricordate che a Fuerteventura il nudismo è praticato ovunque, cosi come il kyte-surf! 😉
Il giorno di Natale al villaggio è anche arrivato Babbo Natale in quad distribuendo a tutti i bambini un regalino. La sera invece cenone per tutti a base di frutti di mare crudi.
Andare a Fuerteventura coi bambini in inverno: il clima
Le giornate a dicembre a Fuerteventura erano davvero ventose, ma al sole si stava più che bene con una temperatura di 24° circa. L’oceano era freddissimo, ma dopo un minuto il corpo ne beneficiava. Le piscine erano temperate e le due per i piccoli (altezza 35cm) erano riscaldate ideali per far fare il bagno a bambini a Fuerteventura.
Un viaggio a Fuerteventura coi bimbi: il cibo
Il cibo invece è stata la nostra dolente della nostra vacanza a Fuerteventura: nulla di particolare, c’era un angolo-italiano, anche se noi preferiamo mangiare locale ogni volta che andiamo fuori e proprio il cibo locale non ci ha soddisfatto. All’esterno del villaggio c’è davvero poco da vedere, siamo stati quasi sempre stesi al sole a rilassarci e bere qualche cocktail in più tra una partita di pallavolo e una di tennis.
La nostra vacanza a Fuerteventura: il rientro
Dopo una settimana di puro relax la nostra vacanza a Fuerteventura si è purtroppo conclusa. Il rientro per Roma era previsto alle 10.00 ora locale (pur essendo Spagna vi è un’ora di fuso orario, quindi si segue l’ora inglese). La partenza dall’hotel era prevista alle 7.00 con possibilità di fare colazione già dalle 6.
Per concludere il nostro bel viaggio a Fuerteventura però abbiamo fatto la felice scoperta che in aeroporto c’è un’area baby con giostrine che ci ha permesso di divertirci aspettando il nostro aereo che ci strappava sì quel tepore africano ma nello stesso tempo ci infondeva la consapevolezza che non ha prezzo trascorrere un Natale al caldo! 🙂
ps: Una nota per le mamme che amano Desigual: In Spagna tutti i capi costano circa il 20% in meno e a Fuerteventura cosi come in ogni isola delle Canarie tutto costa meno essendo l’IVA solo al 7%.
La nostra crociera coi bambini in Grecia: perché sceglierla
La nostra prima vacanza in crociera coi bambini fatta per Capodanno ve l’avevamo già raccontata. Quest’anno, dopo l’esperienza di una crociera invernale di due anni fa, abbiamo pensato di farne una estiva per capire se fosse più rilassante visto che la peste ora ha tre anni.
Vi dico subito che la nostra prima impressione, e anche quella a fine crociera, è stata quella di preferire sempre un villaggio ad una nave da crociera con un bambino piccolo, soprattutto per il relax di noi adulti. Per noi infatti è importante sottolineare che anche i bambini in crociera si divertono molto, però la nave è più dispersiva perché ci sono tanti posti dove poter sostare e quindi non vi è un unico punto di ritrovo come in un villaggio.0815
Detto ciò, vi racconto il nostro lungo viaggio con l’#estateaddosso, fatto partendo in macchina da Lecce per arrivare nella splendida Venezia, da dove ci siamo imbarcati per la nostra crociera con una bambina di tre anni. Questa volta abbiamo scelto una crociera in famiglia in Grecia, tra le piccole isole dal mare cristallino.
In crociera con un bambino: le tappe
Crociera in famiglia: tappa a Rimini
La nostra prima tappa, diretti verso Venezia porto d’imbarco per la nostra crociera, è stata Rimini, dove abbiamo soggiornato per due giorni. La località romagnola è un parco divertimento per i bambini, giostrine dappertutto sia nei vari lidi sulla sabbia che nei parchi in centro. Siamo stati una giornata intera all’Aquafan di Riccione dove la peste non si è fermata un attimo tra scivoli e piscine.
La nostra crociera con un bambino: la partenza e Corfù
Dopo la lunga sosta a Rimini siamo ripartiti per Venezia, dove ci siamo imbarcati sulla Norwegian Jade per la nostra crociera estiva. Purtroppo era la stessa nave della scorsa crociera e noi avremmo voluto visitarne un’altra ma l’accoglienza è stata perfetta da subito, sul ponte delle piscine con tanto di scivolo annesso. La Norwegian secondo noi è la più consigliata per chi ha dei bambini perché adotta il Free Style, ossia uno mangia quando vuole senza dover rispettare i soliti due turni. Dopo un giorno di navigazione passato tra piscina e teatro, la nostra prima tappa prevedeva una sosta a Corfù. L’avevamo già visitata in passato e secondo noi non riserva nulla di bello per i bambini e forse nemmeno per gli adulti.
La nostra crociera con un bambino: Santorini
Il nostro secondo giorno di crociera è stato dedicato a Santorini. L’isola è una piccola perla nel Mar Egeo, una isoletta fatta di sali scendi continui e difficilissima da visitare con il passeggino, anche perché la peste si era addormentata e abbiamo dovuto portarlo. Per raggiungere la città ci sono due modi: la funivia o gli asini. L’andata l’abbiamo fatta in funivia, una giostra per la peste; la discesa con gli asini. Bellissima esperienza dove la piccola rassicurava la mamma che aveva paura. Ci siamo divertiti un sacco.
Una delle cose belle da fare la sera sulla nave da crociera coi bambini è vedere gli spettacoli a teatro, soprattutto quello degli acrobati anche se poi i bambini spesso vogliono ripetere tutti gli esercizi… 😉
La nostra crociera con un bambino: Mykonos
Il terzo giorno della nostra crociera in famiglia l’abbiamo dedicato a Mykonos. Appena scesi dalla nave ci siamo ritrovati in una vecchissima stazione di bus (sempre se cosi si possa chiamare un cartello stracciato) dove non vi era nessuno per chiedere informazioni. Il primo autobus era previsto per le 10.30, lo abbiamo preso alla modica cifra di 1.80€ per andare a Paradise Beach. Questa spiaggia è fatta da pietroline piccolissime e mare limpido e pulito.
Siamo stati un paio d’ore in completo relax e poi via a fare un giro nel centro città. La cittadina è davvero bella, piena di pub, attività, bar siti nei vicoletti dove è piacevole camminare. I bambini sono affascinati dai vari colori presenti, soprattutto il blu, e scorazzano nelle vie senza pericoli. Alla fine della lunga passeggiata ci siamo ritrovati di fronte una piacevolissima sopresa…i Mulini (di Dora, secondo Anita), situati nel quartiere Little Venice. Abbiamo subito controllato se qualcuno si potesse visitare e fortunatamente uno era aperto. Un gentilissimo signore con un piccola offerta ci ha fatto salire e abbiamo visto proprio come funziona un vero mulino. La peste era contentissima.
A fine giornata ci siamo imbarcati di nuovo sulla nostra nave da crociera per salpare verso Venezia, che abbiamo raggiunto dopo due giorni di navigazione, passati quasi tutti in piscina a giocare con tanti bambini o immergendoci nelle varie jacuzzi.
In questo caso la nostra crociera in famiglia ci ha regalato uno spettacolo bellissimo, quello del penultimo giorno dove tutti i vari artisti si sono esibiti in un emozionante finale e saluto da parte di tutto lo staff.
La nostra crociera con un bambino: Venezia e Rimini
A Venezia si è conclusa la nostra crociera in famiglia ma una volta sbarcati ne abbiamo approfittato per fare il giro di questa splendida città. I leoni su cui salire in piazza san Marco, i piccioni da inseguire e le gondole da ammirare hanno reso magico il pomeriggio anche per la piccola.
Così, finita la nostra crociera con una bambina ormai di tre anni, siamo ritornati in auto facendo tappa nuovamente a Rimini per tre giorni. Nel primo abbiamo visitato l’Italia in Miniatura, un parco ormai datato dove la maggior parte delle attrazioni sono vecchie. Bello il giro in “gondola” a Venezia, ma soprattutto la ricostruzione della favola di Pinocchio da percorrere con una macchinina. Per il resto l’unica cosa da evidenziare una playground ad accesso libero. Il secondo e terzo giorno siamo tornati all’Acquafan perché ogni biglietto è valido per due giorni e ci siamo divertiti nuovamente su scivoli e piscine.
Anche i lunghi viaggi, come al solito, hanno una fine e così, stanchi ma divertiti dopo la nostra crociera in famiglia in Grecia e le nostre tappe, ci siamo incamminati sull’A14 per tornare verso casa…dove però ci aspettava lo splendido mare salentino che ha continuato a farci sentire l’ #estateaddosso! 🙂
Quest’anno pensavamo di andare in Germania per far visita ai vari mercatini di Natale ma visto il freddo gelido in quei posti, per la piccola peste abbiamo optato per una crociera in famiglia. Questo perché, grazie ai vari passatempi sulla nave, se il tempo non permette di scendere si rimane a bordo e ci si diverte lo stesso.
Noi abbiamo prenotato una crociera nel mediterraneo con la Norwegian, una compagnia americana, per visitare posti come Montecarlo, Barcellona, Valencia, Cagliari, Tunisi, Palermo e Napoli. Il tutto ad un prezzo davvero inferiore se paragonato a quello di Costa e MSC.
La nave di Norwegian è bella, non splendente rispetto alle altre compagnie (a qualcosa bisogna pur rinunciare) ma si mangia sempre (a differenza delle altre). In questo post cercherò di raccontarvi tutto, dicendovi come ci siamo trovati noi.
In crociera coi bambini: perché?
La crociera per i bambini dai 3 anni in su è l’ideale perché c’è una sala dedicata tutta per loro, dove i genitori non hanno accesso.
Durante la navigazione i bambini sono seguiti dagli animatori che li fanno giocare in svariati modi: dal colorare a rotolarsi nei gonfiabili, dal cantare a fare giochi di società. Per i più piccolini, dai 3 anni in giù, c’è una stanza con i materassi paracolpi per terra e tanti piccoli giochi. Il bambino deve essere accompagnato da un genitore e ogni giorno (dalle 18 alle 19) un’animatrice fa attività ludica come colorare con colori naturali ingeribili che non sono pericolosi, cantare storielle e filastrocche tutto rigorosamente in inglese.
In crociera con un bimbo piccolo: come si fa con la pappa?
Per il cibo, i più piccoli non hanno problemi: sulla nave ti cucinano la pastina che porti tu e puoi richiedere un passato di verdure fatto da loro. Sono comunque molto gentili e sempre a disposizione.
Le tappe della nostra crociera in famiglia con la Norwegian
Ecco le tappe della nostra crociera in famiglia con qualche spunto anche per cosa vedere e dove mangiare con i bambini.
In crociera con un bambino con la Norwegian: tappa a Pisa
La prima tappa della nostra crociera è stata Pisa. L’attracco a Livorno, infatti, è strategico per andare a Pisa che in treno dista appena un quarto d’ora mentre non consiglio Firenze perché troppo lontana (1 ora e mezza).
Pisa è piccolina e girabile a piedi e dalla stazione si arriva facilmente a piedi alla famosa Torre. Strada facendo si incontrano delle botteghe in cui gustare la buonissima “Cecina”. Penso che i bambini la amino, mia figlia ne ha mangiata 1 intera. NelLargo dei Bagni di Nerone si trovano due negozi (un panificio e una pizzeria) che la sfornano di continuo.
In crociera con un bimbo sulla Norwegian: tappa a Montecarlo
La seconda tappa della nostra crociera in famiglia è stata Montecarlo. La cittànon ci è sembrata prettamente baby-friendly. In un bar della Galleria Métropole, di fronte ai giardini del Casinò, mentre facevamo mangiare la piccola peste ci hanno caldamente invitati ad andare via.
Non contenti delle situazioni abbiamo quindi deciso di fare ritorno al porto ma mentre prendevamo la via della nave, sul lungomare (Route de la Piscine) ci siamo imbattuti in un mercatino gastronomico succulento e subito dopo un percorso da favola per i più piccoli con tante casette colorate e personaggi delle fiabe.
In crociera coi bimbi con Norwegian: tappa a Barcellona
L’attracco a Barcellona ci ha permesso di visitare per la terza volta la capitale catalana, ma la prima in tre.
Dopo un’obbligata passeggiata sulla Rambla e la visita al HardRock Café, abbiamo deciso di andare al Castello di Montoujic. Dalla Rambla in metro fino a Parallel e poi senza uscire fuori e con lo stesso biglietto siamo saliti con la funicolare fino a Montijuc. Poi con 10€ a testa si sale con la teleferica fino al castello.
In cima ci sono due bar molto forniti. Quello situato all’interno ha il microonde essenziale per riscaldare pappe e pappine. Dal Castello la veduta su tutta Barcellona è spettacolare.
In crociera coi bambini con Norwegian: tappa a Valencia
Purtroppo per Valencia non posso dare un contributo perché io e mia figlia avevamo la febbre e quindi siamo restati a bordo. Ne abbiamo però approfittato per per goderci appieno la nave. Infatti, ci siamo divertiti lo stesso, gustandoci tutti gli spettacoli dell’animazione, i giochi per i più piccoli, il teatro con illusionisti, cantanti, ballerini e l’imperdibile Countdown. E abbiamo scoperto che quando si va in crociera coi bambini anche gli attracchi sono momenti divertenti!
In crociera coi bimbi con la Norwegian: Cagliari
Cagliari è quasi off-limits per i passeggini. È carina ma sembra di stare sulle montagne russe visto le svariate salite e discese da percorrere per raggiungere il centro e naturalmente essendo in Italia gli ascensori pubblici non funzionavano.
Abbiamo fatto un bell’aperitivo al Caffè Letterario, dove la cameriera è stata molto gentile nello scaldarci la pappa e assisterci per ogni richiesta.
In crociera con un bimbo sulla Norwegian: tappa a Tunisi
La città che aspettavo di più è stata Tunisi. Qui essendo con la bambina abbiamo preso direttamente un’escursione proposta sulla nave da crociera con la guida. Abbiamo fatto un bel giro visitando dapprima Medina con i suoi mercatini, la sua confusione e i suoi magnifici colori. Poi, siamo andati alle rovine di Cartagine e infine ai Bagni di Antonino una vera meraviglia.
Non ci siamo fermati, purtroppo, da nessuna parte per gustare qualcosa di locale. Tunisi è bella ma anche molto sporca. La guida ci ha detto che prima della rivoluzione di due anni fa lo era ancora di più.
Una crociera in famiglia sulle navi Norwegian: Palermo
Infine, l’ultima tappa della nostra crociera in famiglia è stata Palermo. La città si gira benissimo a piedi e scesi dalla nave si è subito a 300mt dal Teatro Politeama. Continuando per via Ruggero Settimo siamo arrivati al Teatro Massimo dietro il quale c’era il Mercatino Capo, bello e caratteristico.
Siamo, poi, arrivati alla Cattedrale e abbiamo visto l’arrivo dei Re Magi essendo il 6 Gennaio.
La fame, però, ha avuto il sopravvento su tutti e tre e ci siamo diretti alla famosissima Antica FocacceriaSan Francesco, dove non potevamo non mangiare il panino con milza e ricotta, con le panelle, i cazzilli (crocchè di patate con il latte).
Anche la peste ha gustato tutto oltre alla sua pappa che ci hanno gentilmente riscaldato. Prima di tornare sulla nave siamo andati al Disney Store per far divertire la bambina e sfruttare i saldi di stagione.
In crociera insieme ai bambini sulla Norwegian: tappa a Napoli
A Napoli siamo sbarcati per far ritorno a casa, sicuri di aver fatto la scelta giusta anche per la piccola peste che non voleva tornare a casa ma restare sulla nave a giocare con tutti i camerieri e andare su e giù con gli ascensori.
Nulla paragonato al tormentone della crociera: Washy Washy – Happy Happy, ossia i fantastici due personaggi che all’entrata del self service ti spruzzavano sulle mani l’amuchina per igenizzarti le mani. La peste non gli ha mai lasciati in pace e nell’ultimo spettacolo a teatro hanno ricevuto la loro meritata standing ovation…
A mio parere Edimburgo è una città prima o poi da visitare anche coi bambini. Era da sempre nei nostri piani, così abbiamo sfruttato l’occasione per andarci quando siamo rimasti per un mese a Lancaster.
Se dovessi definire con una parola questa splendida cittadina direi “colore“. Ogni strada di Edimburgo è infatti caratterizzata da tanti colori a volte anche “non abbinati”. Palazzi nuovi che si mescolano con quelli vecchi le cui facciate sono “dipinte” con colori che vanno dallo sfavillante al pastello.
Edimburgo è un capitale con appena 500mila, abitanti dominata dal suo castello medievale ricco di storia e noi ci siamo stati l’ultima settimana di agosto, con la fortuna di arrivare proprio l’ultimo giorno delFringe Festival. Appena scesi dal treno abbiamo subito sperimentato la “fatica” (dato il passeggino) per visitare la città fatta di tante salite e discese, che sono però comunque accessibilissime.
Arrivati sul Royal Mile siamo stati abbagliati dai tanti artisti di strada, dai tanti spettacoli da guardare e dai musicisti da ascoltare. La nostra piccola peste non voleva staccare gli occhi da nessuno di questi e abbiamo trascorso quasi due ore ad apprezzare i vari artisti.
Subito dopo ci siamo diretti alla Camera Oscura, un’attrazione vicino al castello di Edimburgo da non perdere assolutamente con i bambini. E’ stato divertente sia per la piccola che per noi adulti: giochi di specchi, giochi di luce e illusioni ottiche che ci hanno permesso di trascorrere un’ora in completo relax e divertimento.
Durante il riposino pomeridiano della piccola, abbiamo visitato la cattedrale di St.Gilles, niente di particolare, più bella dall’esterno che dall’interno. Subito dopo ci siamo diretti verso la Scottish National Gallery, che non ha niente a che vedere con quella londinese ma è da vedere sicuramente per le opere di Tiziano. Durante il tragitto la vista è bellissima perchè dal Royal Mile si scende verso la New Town ammirando lo Scott Monument imponente a ridosso dei Pricess Garden. Questa parte di città è piena di negozi e le stradine interne sono per lo più pedonali. Consiglio Rose Street per chi vuole fermarsi a degustare qualcosa.
La sera abbiamo deciso di andare a mangiare in qualche pub ma ci siamo imbattuti nell’amara realtà della cultura scozzese: nessun bambino è ammesso nei pub dopo le ore 21. A quel punto abbiamo rimediato in un ristorante di fronte all’hotel, il “Noodle”, dove si mangiavano i noodle cinesi…non male.
La mattina seguente dopo un’eccezionale colazione scozzese nel nostro hotel “Edinburgh Centre South Bridge” (che includeva anche il famoso haggis, piatto tipico scozzese che va mangiato senza sapere cosa è) ci siamo diretti al Castello che sovrasta Edimburgo dall’alto.
Sono sincero, non mi è piaciuto: un castello medioevale situato su una collina e adibito soprattutto alla difesa. Gli interni sono tutti in legno. Bella la sala dove sono esposte la corona e i gioielli reali. Da non perdere la statua di William Wallace, lo dico perché io me la sono persa!!! Tutto però troppo costoso: 16£ a testa!
Il pomeriggio siamo andati al Museo Nazionale Scozzese: cinque piani di esposizione non entusiasmante se non per avere in ogni stanza dei giochi interattivi adatti a tutti che ti fanno meglio comprendere le varie esposizioni. Ad essere sincero è molto più orientato ai bambini infatti la piccola peste non voleva andare più via.
Da lì, ci siamo diretti verso il grandissimo parco The Meadows passando per Victoria Street, una via stupenda piena di colori che termina in Grassmarket, una zona piena di pub e ristoranti. Il parco è davvero grande immerso nel cuore della città, accanto all’università: immense distese di verde e anche un piccolo parco giochi per i più piccoli.
Il giorno seguente, l’ultimo ad Edimburgo con la nostra bimba, abbiamo fatto tappa prima allo Scottish Parliament, una costruzione nuova e direi innovativa rispetto alla storia della città situata ai piedi del Palace of Holyroodhouse, la residenza reale della Regina.
In nessuno dei due siamo entrati perché volevamo dirigerci immediatamente a Canton Hill, una collina che sovrasta la città dalla parte opposta del Castello con una vista mozzafiato. Tutti ce ne avevano parlato ma essere lì nel verde a godersi i monumenti e ammirare tutta Edimburgo dall’alto è una sensazione unica. La piccola peste si è divertita tantissimo a scorrazzare per tutto il tempo.
Dopo un’oretta buona siamo scesi verso Princess Street (strada piena di negozi moderni e negozi turistici) diretti alla statua di Sherlock Holmes omaggio a Conan Artur Doyle, essendo lui uno scozzese. Ci siamo poi fermati al ristorante Rosehip in Rose street per assaporare il famoso salmone scozzese ma siamo rimasti delusi, il sapore era come quello italiano quindi non eccelso. Mentre buono il fish & chips e anche l’haggis.
Infine, dritti in hotel a prendere le valigie, salutare la città e salpare verso Lancaster in treno. Non c’è niente da dire, visitare Edimburgo coi bambini si è rivelata una bellissima idea!:) A questi link trovate le altre tappe del nostro viaggio in famiglia: Lancaster e York.
Da Lancaster siamo partiti per tre giorni a York, che si raggiunge in tre ore di treno. Vi avvisiamo subito che spostarsi longitudinalmente nel Regno Unito non è semplice: i treni infatti non sono così frequenti e sono formati da poche carrozze.
Arrivati a York abbiamo raggiunto a piedi il nostro albergo – l’Hotel 53, un ottimo hotel che vi consigliamo! – che distava circa venti minuti dalla stazione.
Già dai primi passi ci siamo resi conto che York è davvero bella e lasciate le valigie siamo subito scesi in strada per il primo tour anche se a dire il vero nella prima metà giornata avevamo già girato tutta la città.
Il centro di York è caratteristico, sembra di essere nel Medioevo dove però ci sono tanti negozi moderni. Gli Shamblesnon ci hanno colpiti più di tanto perché troppo turistici. La zona del centro è quasi tutta pedonale, quindi i bambini possono scorazzare come meglio credono e per loro ci sono anche tante attrazioni sparse per le diverse piazze.
Tra i vari negozi ci sono quelli della Disney, di Peter Rabbit e di Teddy Bear, luoghi dove i bambini si divertono sicuramente.
La sera abbiamo mangiato Pudding e Roastbeef al “The Hole in the Wall“, un pub situato quasi di fronte al Minster. Piatto ottimo da non perdere, il pudding è davvero una grande invenzione!
Il secondo giorno, dopo un’abbondante colazione inglese, ci siamo diretti allo Jorvik, un parco archeologico dove è stata ricostruita la vita al tempo dei Vichinghi. Ciò che ha colpito me ma non mia moglie è stata la ricostruzione degli odori del tempo; infatti, durante il tour a seconda della zona in cui si passava si sentivano differenti profumi a volte anche nauseabondi. E’ un’ottima esperienza per bambini dai 5 anni in su ma la nostra piccola peste non ha capito nulla! 😉
Subito dopo ci siamo recati al Minster, la Cattedrale di York, bellissima! Tutta in stile gotico, l’esterno assomiglia molto a Notre Dame. Prima di entrare pensavamo sarebbe stato dura visitarla con la nostra peste di due anni e invece con nostra piacevole sorpresa in una cappella della cattedrale vi erano tanti giochi e tanti libri da leggere per bambini che li tenevano occupati. Così abbiamo potuto visitare a fondo questa bellissima chiesa anche se A TURNO. Inoltre, c’erano delle installazioni su touch screen che facevano sia vedere le tecniche di conservazione delle vetrate e allo stesso modo interagire immaginando di essere l’attore principale della ricostruzione. Anche questo molto educativo per i bambini, ma sempre per quelli dai 5 anni in su.
Dopo il nostro svago culturale toccava alla piccola peste divertirsi un po’ e quindi ci siamo diretti ai piedi della Clifford’s Tower dove vi erano le giostrine e lìfinalmente abbiamo trovato lo scivolo identico al castello ventoso di Peppa Pig!
In questo giorno non abbiamo mangiato in un pub in particolare ma abbiamo mangiucchiato qua e là, bevendo rigorosamente Cask Ale: birra in botte a temperatura di cantina e non ghiacciata, veramente buona.
Meteorologicamente parlando non possiamo lamentarci: sono stati tre giorni di sole alternati a 2-3 pioggerelline durate cinque minuti!
Durante il suo dottorato Angela ha trascorso un anno a Lancaster in Inghilterra. Così con la piccola Anita di appena 2 anni abbiamo deciso di spendere le nostre vacanze estive e gironzolare per 2 mesi nell’Inghilterra del nord e la Scozia.
Cosa fare a Lancaster e dintorni con i bambini
Lancaster è una piccola cittadina nel centro-ovest dell’Inghilterra ad un’ora da Manchester e Liverpool e a due ore da Edimburgo e York e la nostra famiglia ha fatto base qui per tutto il mese di Agosto 2014 visto che mia moglie stava finendo il suo dottorato di ricerca alla Lancaster University.
All’inizio temevo che sarebbe stato difficile gestire il tutto con la piccola peste di due anni ma arrivato qui mi sono ricreduto. Qui che si respira la vera Inghilterra, la gente è calorosa, ti ferma anche per dirti che hai un giubbotto bellissimo e chiederti dove l’hai comprato, ma soprattutto la vita non è frenetica come nella caotica Londra. Inoltre, l’attenzione che gli inglesi hanno verso i bambini non l’ho vista in nessuna regione del mondo.
In ogni parco (e qui ce ne sono uno ogni 200mt) si trovano giostre per bambini, a tavola vengono sempre serviti prima i bambini, i bagni sono sempre provvisti di fasciatoio pulitissimo e ci sono tante ludoteche attrezzate con gonfiabili di ogni genere.
Certo il tempo non è bellissimo, anzi per noi è stato nuvoloso quasi tutti i giorni e con una pioggerellina leggera che nemmeno la senti tanto che alla fine ti abitui persino ad andare in giro senza ombrello.
Però è proprio nelle giornate di pioggia o vento forte che le ludoteche al chiuso vengono in aiuto (vi consigliamo Giggles Adventures al Leisure Park) insieme alle varie attività organizzate dalle chiese anglicane
Ad esempio, nella St. Peter Church hanno organizzato una festa estiva – il Summer Day Party – e la chiesa è stata trasformata in una sala piena di giochi e gonfiabili coprendo l’altare con un semplice lenzuolo, cosa mai vista in una chiesa cattolica. Questi party permettono anche di socializzare ed è stato bella l’accoglienza riservata a noi che non eravamo del posto.
Inoltre vi segnalo la Biblioteca comunale accanto al museo di Lancaster dove ogni giorno dalle 10-12 e dalle 14-16 ci sono attività per bambini: canti, letture, disegni con gli acquarelli, imparare a fare il mosaico, ecc per la gioia dei piccoli.
Nelle giornate di sole, oltre a giocare nei vari parchi, abbiamo approfittato per fare un salto a Morecambe, un piccolo paese sul mare dove vi è un parco bellissimo con entrata gratuita: l’Happy Mount Park.
Nell’Happy Mount Park ci sono varie attrazioni e giostre e si paga 1 o 2 £ per attrazione ma si può stare quanto si vuole in molte di esse. Ciò però che ci ha colpito maggiormente sono le “fontane” dove grandi e piccoli giocano con l’acqua anche a 15°. Cosa sono queste fontane? In pratica è un’area di circa 100mq piena di aggeggi da cui fuoriesce l’acqua sia dall’alto che dal basso e dove tutti corrono per bagnarsi e ‘rinfrescarsi’. Noi abbiamo giocato un giorno con il sole, le altre volte avevamo il cappotto a differenza loro che scorazzavano senza problemi in costume!
Dove mangiare a Lancaster coi bimbi
Qui vi lascio qualche consiglio su dove mangiare a Lancaster con i bambini in base alla nostra esperienza:
Golden Dragon: Si tratta di un ristorante cinese molto tranquillo, il servizio è eccellente e il personale molto disponibile anche nell’illustrazione dei piatti. Abbiamo preso riso, spaghetti con il pollo (chiedete sempre quelli thin altrimenti vi portano le tagliatelle) e anatra all’arancia: buona ma da dividere perchè da sola può stuffare.
The Jacket Potatos Stall: Si tratta di un camioncino nel centro di Lancaster dove fanno la migliore jacket potato mai mangiata. Lì questo piccolo chiosco tutti i giorni tranne il mercoledì da 19 anni, offre diverse scelte. Vi consiglio quella con burro, tonno e mais (tuna and sweetcorn)!
The Sultan of Lancaster: Si tratta di un ristorante indiano di alta qualità situato nella location molto bella di una chiesa sconsacrata. Noi abbiamo provato Shahi Korma Lamb (agnello, cocco, noccioline amalgamati in una salsa al curry) e Tikka Masala (pollo con salsa Tandoori).
Cosa vedere vicino a Lancaster: Il Lake District, Windermer e Bowness
Da Lancaster abbiamo preso il treno per giungere in soli 40 minuti in queste due località più turistiche del Lake District. Secondo noi non conviene prendere un’auto perché dal treno o dal bus è possibile ammirare la campagna inglese con svariati greggi di mucche, pecore, capre e cavalli lasciati pascolare liberamente su immense distese verdi.
Sicuramente queste due cittadine non sono consigliate per chi vuole godersi la vera natura dei Laghi, ma con passeggino al seguito non potevamo fare troppe escursioni e quindi abbiamo deciso di fare una passeggiata in queste due cittadine a 500 metri una dall’altra.
Per iniziare ci siamo fermati a Windermere dove abbiamo fatto colazione con una English Breakfast in un locale piccolino ma di un’ospitalità incredibile: il Brambles Tea Rooms.
La signora che ci ha servito è stata dolcissima anche se a dire il vero la colazione non è stata granché ma non era la loro specialità. La peste ha adocchiato subito una libreria piena di libri per bambini e giochi ed è stata catturata per tutto il tempo.
Subito dopo ci siamo diretti verso Bowness, una camminata di più o meno 40 minuti, dritti dritti a visitare il Parco di Peter Rabbit.
Per i bambini è un’esperienza bellissima. Ci si immerge nella favola di Peter Rabbit, personaggio creato dalla penna di Beatrix Potter ambientato proprio in queste terre. In questa specie di mondo incantato sono state ricostruite le scene del racconto e i bambini possono vedere dal vivo i pupazzi preferiti come Mr. Tod, Benjamin Bunny, Jemina Duck… in un gioco di luci bellissimo. Nostra figlia da quel giorno non ha più smesso di leggere (o meglio guardare le figure) dei libri di Peter Rabbit.
Subito dopo ci siamo diretti a fare un piccolo giro con un battello sul lago e infine la pancia voleva la sua parte e abbiamo gustato un fish&chips nella piazza di Bowness.
Purtroppo non abbiamo però avuto il tempo di provare nemmeno una tea room, il tea delle cinque accompagnato da vassoi pieni di dolci caratteristici del posto.
Vacanza a Lancaster: Informazioni sugli aeroporti coi bambini
Siamo stati circa un’ora nell’aeroporto di Manchester, precisamente al Terminal 3 dove partono i voli della Ryanair. Vicino la sala di attesa c’è un’area per bambini costituita da un divano a staffa di cavallo molto largo rivolto verso il muro a cui è appeso un televisore che trasmette 24 su 24 ore la CBeebies, l’analogo di Raiyoyo italiana. Non male per intrattenere i bambini.
Siamo rimasti delusi dall’aeroporto di Bruxelle Charleroi: piccolo e poco fornito oltre che molto costoso. Le toilette per cambiare i bambini sporchissime così come i bagni per gli adulti. Unico sollievo un’area bambini costituita da giostrine a pagamento vicino il gate 15, che ci ha permesso di trascorrere quasi due ore in completo relax.
La voglia di scrivere quattro righe sui viaggi con i bambini mi è venuta grazie ad un tweet: “Viaggiare dopo l’arrivo dei figli è possibile?“
La mia risposta è: “Certo che si!”
Dopo la nascita della mia Piccola Peste però con mia moglie avevevamo pensato che sarebbe stato difficile continuare a viaggiare così tanto come quando si era in due.
E invece non c’è niente di più bello che condividere una delle esperienze più affascinanti della vita in tre: il viaggio.
Questo racconto è un viaggetto organizzato per testare l’adattabilità agli spostamenti della Piccola Peste e devo dire che il DNA non è un’opinione: ama viaggiare anche lei.
La meta sono i Castelli Romani, con il nostro itinerario e qualche spunto gastronomico.
Primo giorno: Castel Gandolfo
Siam partiti in auto da Bari verso le 8.30 (io, mia moglie e la Peste di appena 1 anno). Per fortuna la piccola si è addormentata quasi subito in macchina, così, abbiamo potuto viaggiare circa due ore e mezza senza nessuna sosta.
Verso Teano ci siam fermati per la pappa per poi arrivare al nostro B&B di Castel Gandolfo verso le 13.
Scesi in paese, ci siamo fermati per un panino con la porchetta in una paninoteca sul corso dove il proprietario ci ha accolto calorosamente.
Il pomeriggio abbiamo fatto un giro ad Albano, un paesotto diciamo commerciale, pieno di negozi a differenza di Castel Gandolfo e abbiamo assaporato i dolci del bar Renzelli a Cecchina dove, grazie all’ospitalità dei proprietari, abbiamo potuto cambiare, far mangiare e sfrenare la Peste.
Dove mangiare e cosa assaggiare
La sera relax nella trattoria di Sor Capanna (C.so della repubblica, 12) di Castel Gandolfo dove abbiamo gustato uno squisito Abbacchio a scottadito e non solo. Perfetto anche per chi ha un passeggino al seguito.
Secondo giorno: Parco Rainbow
Tutta la giornata è stata dedicata al divertimento nel Parco Rainbow di Roma Valmontona.
Siamo arrivati verso le 10 con una coppia di amici e subito è iniziato il divertimento.
Un parco ben fatto con molte attrazioni anche per i piccolini: La Peste è stata due ore in un’attrazione con scivoli in cui scorreva l’acqua all’interno, pungiball rotanti e tante altre giostrine e anche noi grandi ci siamo divertiti un sacco facendo i turni per badare a lei.
Lo consiglio vivamente a chi ha bambini che già camminano.
Dove mangiare e cosa assaggiare
La sera ci siamo riposati mangiando in un’altra trattoria di Castel Gandolfo: Lo Spuntino (via Oratorio, 1).
Locale un po’ stretto per chi ha un passeggino con sé, ma i proprietari si fanno in quattro per trovarti un buon posto.
Da non perdere il vino rosso della casa e gli speciali bucatini alla amatriciana.
Terzo giorno: Ariccia
Dopo aver preparato le valigie e lasciato il B&B, ci siamo diretti verso Ariccia, visto che non potevamo non fare un salto nella patria dellaporchetta romana.
Infatti, volevamo aspettare fino all’ora di pranzo per abbuffarci ma non abbiamo resistito e alle 10.30 il primo panino era andato giù in una bottega nella piazza centrale del paese.
Fatta una passeggiata per smaltirlo un po’, acquistati dei dolci caratteristici sempre in piazza sotto i portici, incartato il secondo panino per il ritorno ci siamo messi in macchina, intrattenuti per tutto il viaggio dai giochi e dalle canzoncine della Peste.
Siamo arrivati a casa verso le 14, stanchi ma contenti e pronti per il secondo viaggio in TRE.